Il cuore pulsante dell’Isis è stato colpito e affondato. Liberata nella notte Raqqa, l’autoproclamata capitale di Daesh. Un lavoro che dura dal Giugno 2014, che ha visto sul fronte schierarsi le forze YPG (Unità di Protezione Popolare), YPJ (Unità di Protezione delle Donne), SDF (Forze Democratiche Siriane) con l’unione unanime di varie etnie e religioni. A Raqqa in prima linea stanno difatti combattendo arabi, assiri, turcomanni, curdi, yezidi e sul campo sono scesi anche nostri connazionali, uomini italiani partiti per difendere la libertà di un popolo, il diritto alla vita e schierarsi contro le inaudite e atroci violenze perpetrate dall’Isis e che violavano e violano i diritti umani.
Più forze per un’unica lotta contro un nemico comune che fa tremare anche l’Occidente. Un trentuno libera tutti.
Tutte le posizioni dell’Isis sono state fatte collassare, molti i morti di Daesh e altrettanti coloro che hanno dichiarato resa. Con la presa del Palazzo Comunale, si è ufficialmente assistito al crollo di quella parte di Raqqa dove il nemico deteneva il controllo centrale. Si può parlare di Raqqa liberata.
“Manca poco ormai” afferma Paolo Pachino, combattente italiano che per nove mesi ha combattuto in Kurdistan per la libertà del popolo curdo, “restano pochissimi palazzi e neanche il 10% della città.”
Canali in diretta dal Kurdistan mostravano festeggiamenti della popolazione, urla di libertà, il ritorno alla vita a lungo oppressa, deturpata, incatenata.
Questa vittoria è una risposta chiara alla sadica violenza del terrorismo e alle grandi potenze che lo hanno creato, appoggiato, sovvenzionato. Questa è la vittoria dei popoli, la vittoria della libertà.