«Qualsiasi provvedimento normativo volto a regolare la materia delle intercettazioni non può prescindere dal rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo sul diritto dei giornalisti ad informare e dei cittadini ad essere informati. Tale Convenzione è infatti pienamente vincolante per l’Italia». Lo ha scritto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
Lorusso ha ringraziato il ministro per l’attenzione, esprimendo la disponibilità ad un incontro nel quale, però, si parli anche di contrasto al fenomeno delle querele temerarie, una forma di intimidazione dei cronisti sempre più diffusa sulla quale agli impegni verbali non sono mai seguiti atti concreti.
Sulla bozza di decreto legislativo in materia di intercettazioni, la Fnsi ha fatto pervenire al ministro Orlando un parere articolato redatto con la consulenza della professoressa Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale nell’Università di Bari. Il parere, che nei prossimi giorni sarà illustrato compiutamente nel corso di un’iniziativa pubblica, esprime contrarietà alla limitazione del diritto di informare che si vuole introdurre attraverso il divieto di trascrizione integrale delle intercettazioni negli atti giudiziari. Dall’esame delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’Uomo, infatti, si evince chiaramente che le modalità di pubblicazione delle intercettazioni le decide il giornalista e che l’eventuale obbligo di pubblicare soltanto riassunti sarebbe in contrasto con l’indirizzo della Cedu.
È stato inoltre ricordato che il cronista ha l’obbligo di informare l’opinione pubblica non soltanto su questioni che hanno rilevanza penale, ma su tutto ciò che costituisce un interesse generale per la collettività. «Quando c’è un interesse per i cittadini – ha concluso Lorusso – non c’è segreto che tenga».