“Abbattiamo i muri dell’ignoranza”, è questo l’appello lanciato dai giornalisti presenti ad Assisi per la due giorni d’incontri e dibattiti sulle barriere mediatiche, le periferie dimenticate e la lotta alle mafie, ancora oggi pronte a mettere un bavaglio ai giornalisti scomodi.
Più di 200 tra scrittori, teologi, religiosi, associazioni, giornalisti e cittadini a confronto hanno sottoscritto il manifesto di Assisi: “Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te”, un decalogo sulle buone pratiche della comunicazione per contrastare la violenza verbale e scritta, soprattutto sui social network. Un manifesto nato in collaborazione tra Articolo 21 e la rivista San Francesco.
Nella giornata odierna il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti, ha annunciato che la prossima marcia Perugia-Assisi, contro la rassegnazione mediatica e sociale, si terrà domenica 7 ottobre 2018. Una marcia che coincide con il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Molte altre sono state le anticipazioni nel corso dell’assemblea di Articolo 21: la giornata per i giornalisti minacciati il 23 ottobre prossimo, l’impegno dei media, delle associazioni, dei sindacati e delle federazioni, la scorta mediatica annunciata da Riccardo Noury a sostegno di #veritapergiulioregeni e il concorso nelle scuole sull’Articolo 21, in partnership con il Ministero dell’Istruzione.
“Responsabilità e identità per punti e convergenza tra differenze sono alla base del decalogo di Assisi. Questo manifesto affianca e non supera altre carte” ha sottolineato Elisa Marincola, portavoce di Articolo 21 ricordando l’importanza del l’abbattimento dei muri mediatici.
Dueante l’assemblea Antonella Napoli, giornalista di Huffington e membro dell’ufficio di presidenza di Articolo 21, ha letto un messaggio di Kadri Gursel, giornalista di Cumhuriyet scarcerato al termine dell’ultima udienza del processo a 18 tra redattori e vertici editoriali dello storico giornale di opposizione, che Articolo 21 e Fnsi stanno seguendo sin dall’inizio lanciando la campagna #nobavaglioturco.