Fondato nel 1993, il “Cambodian Daily” era il principale giornale in lingua inglese e uno dei pochi rimasti indipendenti. “Era”, perché il 4 settembre il governo di Phnom Penh l’ha chiuso con la scusa del mancato versamento di una tassa esorbitante e iniqua che le autorità avevano imposto di pagare a stretto giro. C’è aria di elezioni in Cambogia (la scadenza è fissata al prossimo anno) e il governo del primo ministro Hun Sen, notoriamente allergico alle critiche e al dissenso, si muove di conseguenza.
Nelle ultime settimane sono state chiuse due emittenti radiofoniche che trasmettevano programmi di “Radio Free Asia” e “Voice of America”. E il 3 settembre è stato arrestato Kem Sokha, leader del Partito nazionale di riscatto della Cambogia, all’opposizione. Accusato di “cospirazione con una potenza straniera” (ossia gli Usa), rischia 30 anni di carcere.