BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Casa loro. Se vogliamo la nostra Europa è qua

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“Fodè, Fodè ! Come stai? ” Il volto di pietra della donna in turbante azzurro si illumina all’improvviso. Sono i miracoli della tecnologia che riescono ad unire le distanze dei mondi. La donna è una mamma di un quartiere poverissimo di Tambacounda: i suoi due figli sono partiti due anni fa con le solite carovane di umanità itinerante.  Il più piccolo aveva 15 anni partito con il fratello ventenne di cui strada facendo si perdono le  tracce per due anni. Solo qualche giorno fa si fa vivo dalla Spagna.  Fodè invece dalla Libia è sbarcato in Sicilia. Minorenne, viene portato al centro Don Bosco di Catania. Ora ha 17 anni ed è uno dei più promettenti del gruppo di 60 minori stranieri arrivati soli. Cinzia Vella, gli ha fatto da seconda mamma

Lui ha già deciso: non tornerà più in Senegal se non in vacanza a trovare la mamma. Cinzia, che insieme ad Agostino sono l’anima della Don Bosco2000, gli ha fatto da seconda mamma e i loro figli, soprattutto la piccola Gaia, da fratelli.
Mentre dal piccolo schermo ci si riunisce virtualmente, si piange in coro e senza filtri. L’unico che non smette di ridere è il papà di Fode, un uomo che potrebbe avere tutte le età del mondo.  Il cui sorriso mezzo sdentato è contagioso come la commozione generale che alla fine prende il sopravvento sul cuore di burro della cronista: sopratutto quando Cinzia mi fa vedere la foto che gli altri ragazzi del centro di Catania inviano a Tambacoinda sul suo whatsapp: è stata scattata a Fode finita la videotelefonata con la mamma: appena chiusa la comunicazione, è scoppiato in un pianto a dirotto sotto la visiera del suo cappello da rapper: ” Sono così felice – confessa agli amici  – che il cuore mi sembra scoppiare”.

Il nostro giro oggi non si ferma a casa di Fode. abbiamo altri appuntamenti: bisogna andare a salutare lo zio di Fode che ha una casa di mattoni semplice ma curata. La mamma ci tiene molto a portare gli amici italiani da questo signore e dalla sua famiglia . La mia impressione è che i soldi per il viaggio di Fode siano in buona parte arrivati dallo zio benestante. A casa di Fode la ricchezza più grande sembrava la capra legata ad un palo. ragazzi che avevano già preso contatti i per lasciare il paese. L’abbraccio dì Cinzia  dell’associazione Don Bosco con la mamma di Fodè sembra durare una vita.
Come Fode tanto altro figli vanno via di punto in bianco, spesso senza dire niente. Caricano lo zaino e partono di notte a gruppi. Lo stava facendo anche Jammy, 30 anni: “Ero pronto a partire – ci dice –  “noi abbiamo bisogno delle cose essenziali sopravvivere. Chi mai altrimenti lascerebbe tutto quello che ha di più caro? . Solo quelli più illuminati capiscono che questo è un paese corrotto dove solo per pochissimi c’è il pane mentre per gli altri c’è solo miseria. Abbiamo tutti paura di andare via, sappiamo cosa succede in Libia ma tra questo e una chance decidiamo di tentare la sorte. Ora che Seny mi ha parlato del suo progetto ho deciso di restare. Ecco, così la nostra Europa sarà  qua…”

Anche Duka, 25 anni aveva già contattato gli “amici degli amici” per lasciare il paese da illegale. Duka ci fa entrare a casa sua. Un ammasso di pietre e di stracci. I suoi fratelli aspettano di mangiare nell’atrio mentre la mamma cucina in un paiolo di rame nero come la fame. Mosche ovunque e giacigli dove i letti sono fatti con la gommapiuma di vecchi sedili sradicati da carcasse di macchine.  Ora anche lui spera in Seny. Anche se ci tiene a precisare : “se va male io parto…”

Angela Caponnetto, giornalista di Rainews si occupa da lungo tempo dei temi dell’immigrazione. Ha raccolto le storie dei migranti subito dopo che qualcuno gli ha teso la mano in mezzo al mare, ha documentato gli sbarchi, li ha seguiti e ascoltati nei centri di accoglienza, filmando il meglio e il peggio della loro seconda vita nel nostro paese. Ora è inviata in Senegal per raccontare l’origine di questo esodo. Ad Articolo 21 manda il suo diario di viaggio

Diario di viaggio dal Senegal (5° giorno)

Casa loro. Prima di dare un pesce a qualcuno insegnagli a pescare (diario dal Senegal. 4° giorno)

Tambacounda (diario dal Senegal. 3° giorno)

A casa loro. Dakar/Tambacounda (diario dal Senegal. 2° giorno)

In viaggio verso casa loro (diario dal Senegal. 1° giorno)


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