Il numero 34 di 81/2, la rivista cinematografica dell’Istituto Luce-Cinecittà, celebra gli 80 anni degli Studios di via Tuscolana inserendo, tra l’altro, l’interessante copia dello storico articolo sul Corriere della sera, firmato da Filippo Sacchi, che il 29 aprile del 1937, a pagina 3, annunciava la “Nascita della Cinecittà” con i toni altisonanti della retorica nazionalista dell’epoca.
Allegato al magazine, il volume “Cara Cinecittà”, una raccolta di missive inviate dalla gente comune dai primi anni ’60 fino ai primi ’90. Le lettere provengono dall’archivio di Franco Mariotti – autore cinematografico, giornalista, per molto tempo capo ufficio stampa degli Studios – che le offre al pubblico in occasione dell’importante anniversario. Il libro riproduce, accanto a quella stampata, la versione scritta a mano, il timbro postale, la foto del mittente. Le oltre 3000 missive conservate da Mariotti sono la sincera manifestazione di un tempo in cui le passioni non si comunicavano attraverso il social network o per email; fotografia di speranze, aspirazioni a una vita migliore, delle generazioni d’allora. Chi scriveva spesso dimenticava di apporre il proprio indirizzo, quasi che gli Studios fossero un santuario cui bastava rivolgersi per avverare i desideri. “Cara cinecittà” è un affresco sulla visione, candidamente popolare, della macchina dei sogni e riveste un’importanza storica e di costume. Tanto più se si tiene presente che, salvo ritrovamenti dell’ultima ora, non ci sono documenti analoghi di altri periodi. Un esempio tra le epistole è quella scritta da Napoli il 10 dicembre 1970 da certo Antonio, il cui nome non è rivelato.
All’Eg mo signor Direttore di Cinecittà – Roma
Sono un giovane napoletano, figlio unico di famiglia poverissima e con genitori anziani. Ho ventisei anni mi chiamo (…) Antonio sono in possesso di licenza media e desidererei fare del cinema. Da anni amici e parenti mi spronano verso questa carriera esaltando il mio volto, i lineamenti, il profilo, il petto, le gambe, la presenza. Io, forse per modestia o indecisione, non mi sono mai mosso. E’ da qualche tempo a questa parte però che mi si è piantato questo chiodo nel cervello.Ho sperato infatti, qualche volta, lo ammetto, di essere notato da qualche regista. La sfortuna è da molto ormai che mi perseguita e spero proprio mi sia favorevole questa volta!
Eg mo Signor Direttore, Le rendo noto che non ho mai studiato teatro o cinema e che ho recitato due sole volte, da fanciullo, ed interpretai la parte di Gesù. Sono pieno di buona volontà! Mi rivolgo a lei per sapere se devo spedire delle foto o per altre informazioni. Attendo quanto prima una risposta.
La ringrazio anticipatamente e La ossequio dandoLe cordiali auguri di buone feste.