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“Un padre contro la ‘ndrangheta: salviamo dal fallimento Rolando Fazzari”. Firmate la petizione su Change.org

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Rolando Fazzari, titolare della ditta Ligurblock di Balestrino (Savona) che produce mattonelle per l’edilizia, è l’unico imprenditore ligure che si sia ribellato alla ‘ndrangheta, in particolare alla cosca Gullace-Raso-Albanese. La cosca Gullace-Raso-Albanese è famosa non solo per la sua ferocia in Calabria, ma anche per le dimensioni nazionali, che le hanno permesso di infiltrarsi anche, ad esempio, nei sub-appalti del Terzo Valico e di acquisire concessioni pubbliche, grazie – come documentato dall’inchiesta “ALCHEMIA” della DDA di Reggio Calabria – ai rapporti politici.
Per la scelta di opporsi a questa organizzazione Rolando Fazzari ha pagato, nel corso degli anni, un prezzo altissimo. Nel 2012 suo figlio Gabriele, di 18 anni, è stato ucciso da una frana caduta da una parete di roccia che non era mai stata messa in sicurezza dalla famiglia del “vicerè” del Ponente: Carmelo Gullace (con gravissimi precedenti ed ora imputato per 416 BIS, agli arresti domiciliari per ragioni di salute).
Le istituzioni (Comune e Regione) non solo non fecero nulla per imporre ai gestori la messa in sicurezza del vecchio fronte di cava, ma proibirono a Fazzari di farlo a proprie spese (1).
Messaggi in codice – un capriolo decapitato, una croce, eccetera – dispetti e danneggiamenti di vario genere hanno scandito la storia della “Ligurblock” sino a due mesi fa quando, poche ore prima dell’arrivo di una troupe di “MimandaRai3“, l’azienda ha subito, ovviamente ad opera di “mani ignote“, la devastazione dell’impianto elettrico.
Dopo questo calvario pluriennale, la “Ligurblock” di Rolando Fazzari oggi è costretta al fallimento, non per inettitudine dell’imprenditore, ma semplicemente soffocata dalla mancata attuazione del diritto.
L’alluvione del novembre 2016 ha devastato l’unica strada che collega la LigurBlock alla provinciale, e ormai da nove mesi l’azienda non può più lavorare, cioè trasportare e consegnare ai clienti il materiale che produce da sempre.
I fondi stanziati per l’alluvione dalla Regione Liguria sono stati spesi dal Comune di Balestrino solo per ripristinare l’acquedotto, contiguo alla strada, con la motivazione che la strada non è di interesse pubblico ma “vicinale”, ma tre anni prima, quando un’altra piena l’aveva distrutta e Fazzari l’aveva ripristinata a sue spese, il Comune di Balestrino lo denunciò per abuso edilizio…
Le storie di imprenditori mandati sul lastrico dalla burocrazia si contano a dozzine in Italia, ma quella della Ligurblock merita, riteniamo, la Sua attenzione, Presidente.
Se le istituzioni non intervengono o non vogliono intervenire, il potere del malaffare si farà sempre più pressante.
In Liguria la ‘ndrangheta si sta espandendo con una velocità direttamente proporzionale alla decadenza dell’industria, ma sembra che a contrastarla ci siano solo le forze dell’ordine.
L’omertà e il silenzio della politica sono pressoché totali, come emerge dalle vicende di Ventimiglia, Bordighera e Lavagna.
Solo pochi giorni fa nella relazione semestrale della DIA emerge l’inquietante colonizzazione della regione a partire dal savonese. Dalle indagini in corso, inoltre, è emerso pubblicamente che anche a Savona è attiva una “locale”, e quindi un nucleo operativo delle famiglie di ‘ndrangheta che dispone dai 50 ai 60 uomini, ma la notizia non ha suscitato, da parte delle istituzioni locali, alcun commento e, soprattutto, alcuna reazione.
In un paese che solo pochi giorni orsono piangeva l’ultimo imprenditore che si è suicidato perché non riusciva più a pagare i dipendenti, pensiamo che sarebbe una sconfitta per la democrazia, se l’unico imprenditore che, proprio in provincia di Savona, si è opposto alla malavita organizzata dovesse fallire perché nessuna istituzione ha sentito l’obbligo di supportarlo.

Si può firmare la petizione sul sito Change.org

(1) L’intera vicenda è stata ricostruita da Christian Abbondanza nel libro “LA STRADA DELLE CONVERGENZE INDICBILI”.
http://www.casadellalegalita.info/index.php/info/quaderni-dell-attenzione/11772-la-strada-delle-convergenze-indicibili

La storia di Rolando Fazzari e le intimidazioni subite nel servizio di Stefano Corradino su Rainews24

I PRIMI FIRMATARI:

Mimmo Lombezzi

Mario Molinari

Giovanna Servettaz

Antonietta Ferrari

Maria Gabriella Branca

Nicola Stella

Christian Abbondanza

Daniela Pongiglione e Gruppo Consiliare Noi Per Savona – Consiglio Comunale di Savona

Marco Ravera e Gruppo Consiliare Rete a Sinistra/Savona Che Vorrei – Consiglio Comunale di Savona

Fabrizio Ferraro e Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Savona

Danilo Maramotti

Maurizia Nichelatti

Sergio Zunino

Ennio Remondino

Fabio Palli

Simona Tarzia

Maria Luisa Torti

Mario Muda

Stefano Corradino

Cristina Porta

Marco Sferini

Paola Bearzi

Alice Beltrame

Stefano Milano

 


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