Tredici anni senza Baldoni, cartello per la pace un altro seme di Enzo

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Tredici anni. Cominciano ad essere tanti, eppure da quel 26 agosto che un gruppo di terroristi ha tolto dalla vita terrena un sognatore geniale come Enzo Baldoni, fiero e curioso, continuiamo non solo a ricordarlo ma anche a chiederci perché. Una cosa è certa: in quell’Iraq che voleva capire è cambiato poco o niente, si continua a morire. Torno a guardare per l’ennesima volta le foto, analizzo ogni particolare, il ricordo di quell’ultimo viaggio a Najaf ridiventa vivo, si fa struggente. Ripasso come in un film tutte le parole che ci siamo detti durante quell’improvvisa e inaspettata amicizia fra un cronista esperto, come diceva lui, e un viaggiatore incallito. E so di avere un impegno, di portare avanti i nostri “blog paralleli” che abbiamo concordato in un pomeriggio violentissimo a Baghdad quando sono andato a trovarlo in ospedale: due maniere diverse di vedere la stessa guerra. Ma stavolta non mi affido ai ricordi, che pure sono copiosi, ma spulciando nella marea di carte che mi è rimasta di quel compagno incredibile di avventura mi ritrovo un suo scritto pressocchè inedito, o poco conosciuto, che equivale a un manifesto.

“Probabilmente l’errore è lo schierarsi su sponde opposte, trincerandosi dietro le definizioni e le bandiere (“Giusto”, “Sbagliato”, “Forza”, “Debolezza” ecc). Perché polarizza, riduce le situazioni al bianco e nero e impoverisce il panorama di tutti i colori meravigliosi che danno polpa, gusto e sapore alla vita. L’errore – a mio avviso, ma mi pare che lo abbiamo detto lungamente – è pensare che solo il proprio punto di vista sia quello giusto … come ho detto … nel sesso, in amore, nelle scelte personali e anche nelle scelte al ristorante TUTTE le posizioni sono rispettabili, nei limiti in cui non facciano soffrire un altro (o col criterio della minor sofferenza: certo che un violentatore soffre, in galera, ma…). …Per il resto: ognuno viva come sente e secondo cosa lo fa felice. Senza condannare chi la pensa diversamente e senza escludere che un’opinione che oggi è di granito domani possa cambiare di 180°. Perché, alla fine, il vero sale della vita è il cambiamento. E solo i morti e i fanatici restano fedeli a un’opinione. (Anzi, i fanatici no. Spesso abbracciano la fede diametralmente opposta, ma sempre con lo stesso fanatismo cieco). Enzo Baldoni”

Come tutti gli altri semi che ha lasciato anche queste righe sono una profezia e una bella pagina di frratellanza universale. Sono un inno alla pace e al rispetto di tutte le opinioni, in questo momento di autentico massacro e di sopraffazione. Le dedico, da parte sua, a tutti quelli che lo amano: da gabbiano a balena o, meglio ancora, da panzone a panzone ormai. Forse è un segno del destino che proprio oggi tornerò a sfiorare il tuo dolce paesino umbro.


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