Da alcuni anni EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani con sede in Italia, segue molto da vicino l’evoluzione della società sierraleonese, passata dagli anni della guerra civile, delle stragi e dei saccheggi a un periodo di pace e ricerca del benessere comune. Un periodo che prosegue ancora oggi, dopo che la nazione africana ha dovuto affrontare, a partire dal 2014, la tragica emergenza dell’epidemia del virus Ebola.
In quello stesso anno il poeta Roberto Malini e l’artista Dario Picciau, attivisti e co-presidenti con Glenys Robinson di EveryOne Group, hanno realizzato il progetto “Le stelle nella risaia” per promuovere, insieme alle istituzioni della Sierra Leone, quelle pubbliche e private veronesi, UNICEF e attraverso l’EXPO di MIlano 2015, la creazione di “villaggi intelligenti” nelle zone agricole del paese. Villaggi finalizzati a rendere autonome le popolazioni indigenti attraverso la produzione biologica razionalizzata del riso.
La favola illustrata “Le stelle nella risaia” è inoltre stata al centro di una campagna per sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di affrontare i drammi dell’indigenza e della fame attraverso la cooperazione internazionale.
Il 14 agosto 2017, dopo aver appreso degli effetti devastanti dell’alluvione che nelle prime ore del mattino aveva colpito la capitale Freetown e alcune zone limitrofe, EveryOne Group inviava un appello urgente alla Commissione europea e alle Nazioni Unite, chiedendo un intervento solidale immediato, economico e logistico, per aiutare le istituzioni locali ad affrontare la peggior catastrofe naturale mai verificatasi in Sierra Leone. “La Commissione europea è intervenuta con estrema urgenza,” spiegano i presidenti dell’organizzazione umanitaria, “ma probabilmente ha sottovalutato l’entità della tragedia. Lo stanziamento di trecentomila euro dimostra che l’Unione europea è vicina al popolo della Sierra Leone, ma le risorse che servono in questo momento per fronteggiare le emergenze sono di gran lunga maggiori. Anche le Nazioni Unite, che hanno erogato la somma di centocinquantamila euro**, probabilmente non hanno avuto il tempo di valutare le proporzioni del disastro e la gravità dell’emergenza umana, che vede migliaia di persone evacuate, fra le quali più di duemila bambini. Tutti senza più un tetto sulla testa né risorse per sopravvivere.
E’ importante che i fondi di solidarietà internazionale vengano aumentati in misura considerevole. Se pensiamo che l’Unione europea devolve circa trecento miliardi di euro annui alle spese militari, è facile rendersi conto della sproporzione rispetto agli investimenti in solidarietà orientati alla salvaguardia di vite umane e a garantire pace e stabilità ai popoli. Da questo passo di civiltà cui sono chiamate le istituzioni internazionali dipendono oggi la vita e il futuro di tante persone di Freetown”.
EveryOne Group è aggiornata in tempo reale sulla drammatica situazione che riguarda la popolazione colpita dall’alluvione, grazie
alla sinergia con la ONG “Betteh Life Salone”, fondata e diretta da Edward Marcco Koroma e Jamil Sheriff. “Una situazione che richiede un intervento della massima urgenza da parte della comunità internazionale,” precisano i presidenti di EveyOne Group, “tanto che abbiamo inoltrato al Commissario Europeo per l’Aiuto Umanitario e la Gestione delle Crisi Christos Stylianides un nuovo appello, in cui lo ringraziamo dell’intervento effettuato, ma gli chiediamo di non sottovalutare la tragica condizione in cui si trovano ancora oggi le popolazioni delle aree colpite dal disastro e di agire con la massima solidarietà, stanziando risorse adeguate alle dimensioni della catastrofe che la Sierra Leone sta fronteggiando”.
“Le chiediamo, caro Commissario,” è scritto nell’appello, “di intervenire con mezzi consistenti, dimostrando quella solidarietà, quell’umanità, quella generosità e quell’amore che sono le fondamenta stesse del progetto dell’Unione europea. Le istituzioni della Sierra Leone hanno bisogno di un contributo economico e logistico da parte dell’Ue adeguato all’enormità della tragedia e alle necessità in cui si trova la gente rimasta senza casa e senza risorse. Solo così noi tutti saremo degni dei valori che promuoviamo attraverso la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e avremo meritato effettivamente il Premio Nobel per la Pace che l’Ue ha ricevuto nel 2012”.
Il testo dell’appello riporta la terribile emergenza che sussiste tuttora nella zone della Sierra Leone colpite dall’alluvione, attraverso le parole dell’operatore umanitario sierraleonese Edward Marcco Koroma corredate da fotografie che mettono in luce la violenza con cui la natura ha devastato Freetown, ma anche la speranza nel futuro, ben rappresentata dai bambini tratti in salvo dalla ONG “Betteh Life Salone”:
“Nelle prime ore di lunedì 14 agosto 2017 abbiamo sperimentato gli effetti della più grave catastrofe naturale che abbia mai colpito i nostro paese, quando l’alluvione ha reclamato più di mille vite umane, distruggendo abitazioni e infrastrutture, fra cui le scuole. Più di duemila bambini sono ora senza casa, orfani e privati dei mezzi basilari di sopravvivenza: cibo, medicine, indumenti. Bisogna restituire loro un avvenire. La condizione delle persone evacuate dalle zone colpite dal disastro necessita di aiuti urgenti, che finora non sono pervenuti. Ci auguriamo che la situazione cambi al più presto e che ci sia la possibilità di restituire ottimismo ai bambini e a tutte le persone colpite da una catastrofe senza precedenti”.
Nelle foto, un gruppo di bambini sopravvissuti, con gli operatori umanitari della ONG “Betteh Life Salone”; una strada di Freetown colpita dal disastro naturale
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