EveryOne Group si appella da molti anni alle istituzioni dell’Unione europea affinché intervengano con un programma efficiente di soccorso umanitario rivolto ai profughi e ai migranti nel mar Mediterraneo, per evitare che il 3% di essi perda la vita durante la traversata. E’ una percentuale altissima, che dimostra come i protocolli messi in atto dai governi dei paesi dell’Unione europea, in primis l’Italia, siano deficitari e pongano in primo piano i respingimenti e le deportazioni, non certo il salvataggio di vite umane. L’anno scorso un responsabile della Commissione europea ci criticò per aver divulgato tale dato, ma successivamente la stessa Commissione – dopo aver controllato le statistiche relative al rapporto fra migranti sbarcati sulle coste dell’Ue e migranti che hanno perso la vita durante la traversata – è stata costretta a riconoscere che i numeri da noi diffusi sono purtroppo reali. E, di conseguenza, le procedure umanitarie sono colpevolmente inadeguate.
Oggi la Commissione europea ci scrive ancora, ma nella sua lettera non si ravvisa alcuna volonà di cambiare strada e la “riduzione della pressione migratoria” viene ancora eletta quale obiettivo principale dell’impegno europeo. Da parte nostra, continueremo a ribadire che si sta legittimando una strage e che l’Unione europea, con queste politiche persecutorie nei confronti di profughi e migranti, si allontana dagli obiettivi di civiltà contenuti nella sua carta dei diritti fondamentali nonché nelle costituzioni nazionali e nella Convenzione di Ginevra del 1951.
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