“L’approvazione del ddl concorrenza pone fine ad un incubo. Finalmente viene certificato l’abbaglio giudiziario che la mia Società ha subito e che vide vincere una compagine criminale collegata ad una banca torinese, sostenendo che le società di ingegneria non potessero svolgere l’attività professionale per un divieto posto da Mussolini nel 1939 poi abrogato nel 1998”.
A scriverlo in una nota è Mauro Esposito (nella foto), architetto e imprenditore torinese che è stato minacciato dalla ‘ndrangheta e ha trovato il coraggio di denunciare.
“Ci sono voluti sette lunghissimi anni durante i quali molti rappresentanti delle professioni hanno cercato di cavalcare questa folle sentenza maturata in un contesto mafioso per biechi interessi di lobbies. Anche dopo gli arresti e le condanne nell’operazione San Michele, la società collegata alla banca che aveva fatto affari con la ‘ndrangheta ha cercato di trarre vantaggi dalla sciagurata sentenza nonostante fosse stata rivelata la verità ed oggi spero che vi sia una resa senza condizioni anche da parte loro. Devo ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a questo successo che garantisce la continuità di lavoro a circa 300.000 persone in Italia ed in particolare l’on. Bonomo, l’on. Mattiello, il sen. Esposito, l’OICE e Pino Masciari inseparabile compagno di tutte le battaglie”.
La storia di Mauro Esposito e la vicenda giudiziaria che lo ha riguardato nell’intervista di Stefano Corradino su Rainews24