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Immigrati, è disastrosa la politica del manganello

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Basta una scintilla e può scoppiare la “bomba sociale” degli immigrati. Roma ha tremato per tre giorni; giovedì 24 agosto si è sfiorato il peggio. Tre giorni fa la capitale ha vissuto angoscianti episodi di guerriglia urbana, quasi un terribile ricordo degli Anni di Piombo, quando trenta- quarant’anni fa, i cortei violenti attraversavano la città e le Brigate Rosse praticavano la linea degli omicidi politici. Il corteo anti sgombri, organizzato sabato 26 agosto dai Movimenti per il diritto alla casa, si sono invece svolti senza incidenti anche se il clima era tesissimo. Le forze dell’ordine hanno blindato nel pomeriggio il percorso del corteo, al quale hanno partecipato anche dei migranti sfrattati due giorni prima dal palazzo di via Curtatone nel quale alloggiavano 400 persone.

Fortunatamente giovedì  scorso ci sono stati solo dei feriti lievi, dei contusi, dei fermi ma nessuno ha perso la vita negli scontri. La polizia ha sgombrato un edificio in via Curtatone occupato abusivamente dal 2013. Gli occupanti non volevano lasciare la loro precaria residenza. Nel palazzo di sette piani di via Curtatone la popolazione era fluttuante: variava da 250 fino a 1.000 persone. E la mano della criminalità sembrava allungarsi anche qui. Ora indagherà la procura della Repubblica della capitale. Sembra che gli immigrati, ad alcuni connazionali, pare che pagassero 10 euro al giorno per una specie di sub affitto..

Gli scontri tra i profughi, in prevalenza eritrei, e gli agenti sono stati violenti. Alcuni immigrati, appoggiati da un gruppo di italiani, hanno trasformato il centro di Roma in un campo di battaglia. È piovuto di tutto contro i poliziotti in assetto anti sommossa: bombole del gas, pietre, ogni tipo di oggetto contundente. Gli scontri si sono sviluppati per tutta la giornata soprattutto nella vicina piazza Indipendenza, in pieno centro storico, a due passi dalla Stazione Termini. Ricorrendo agli idranti alla fine le forze di pubblica sicurezza sono riuscite a far sgombrare l’immobile e a riportare la calma.

Così un grave problema sociale, quello della casa, si è trasformato in una terribile questione di ordine pubblico. Ma un problema sociale come un tetto dignitoso, anche per gli immigrati, si risolve con una risposta della politica, attraverso delle decisioni di politica abitativa e urbanistica. Non si risolve niente a “colpi di manganello” o di “idrante”. Puntare solo sulla repressione sarebbe disastroso. La stessa prefetta di Roma Paola Basilone ha sollevato il problema: «Qui manca la politica». Il Viminale se l’è presa con il comune di Roma: sapeva e non ha agito. Il ministro dell’Interno Marco Minniti sembra che, in futuro, non autorizzerà altri sgomberi a Roma «senza che vi siano già pronte soluzioni abitative alternative».

È una bruttissima grana per la giunta cinquestelle della metropoli. L’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre ha respinto ogni accusa: «Abbiamo fatto la nostra parte a 360 gradi». Virginia Raggi, mentre il M5S romano si divide, ha difeso il Campidoglio. La sindaca grillina ha contrattaccato capovolgendo le accuse: «Governo e Regione sono assenti sull’emergenza abitativa, noi abbiamo fatto il possibile». Polemiche a non finire. La Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti, Pd, ha ricordato i 40 milioni di euro pronti da maggio per la casa «ma il Campidoglio non ha mai risposto».

Il problema della marea di immigrati africani e asiatici da anni è enorme per Roma e per tutta l’Italia. L’accoglienza, finché i numeri lo permettono, è doverosa e utile. Se poi i profughi sono troppi è bene che non entrino o non restino in Italia, ma per quelli che rimangono va fatto osservare un punto essenziale: l’integrazione deve avvenire nel rispetto della legalità.

La repressione delle forze di polizia non deve e non può sostituirsi alla soluzione politica dei problemi, pena il fallimento generale. Senza un progetto politico non può esserci né accoglienza né integrazione di centinaia di migliaia, di milioni di migranti. È necessario, poi, evitare pericolose guerre tra poveri. Anche molti italiani, soprattutto dopo la Grande crisi economica del 2008, hanno il problema di una dignitosa casa in cui abitare.

I problemi degli italiani e degli stranieri vanno affrontati insieme dal governo e dai comuni, anche per evitare pericolosissime strumentalizzazioni. Occorre fare attenzione a due rischi: 1) il terrorismo islamico (che per ora non ha colpito con attentati l’Italia) può cercare di infiltrarsi nelle proteste degli immigrati; 2) i movimenti populisti e razzisti di estrema destra da tempo cercano di far scoppiare la polveriera dell’immigrazione facendo leva sulla rabbia degli italiani poveri.

La violenza è in agguato, gli scontri di Roma sono un monito. Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha messo in guardia contro i tanti pericoli proclamando: «La violenza non è accettabile da nessuna parte».

Ora tremano gli altri inquilini abusivi, italiani e stranieri, che occupano vari stabili nella capitale. Basta un nulla e una situazione incandescente può degenerare in tragedia anche da uno spunto banale. Ai primi di maggio a Roma un venditore ambulante abusivo si accasciò e crollò morto all’incrocio tra via Arenula e Lungotevere. Sembra che l’immigrato corresse per sfuggire a un controllo dei vigili urbani contro i venditori ambulanti abusivi.

Fonte: www.sfogliaroma.it


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