Un pomeriggio d’estate . 2016. Le campagne di Puglia sconvolte dalla tragedia di un treno che deraglia. Muoiono passeggeri, studenti universitari, pendolari. Sangue e caldo per un pomeriggio che resta nei cuori di chi non riesce a scrivere per la vista annebbiata dal pianto e dal sudore. Poi fb distrae e spunta la foto di Pino Bruno, giornalista Rai, pugliese, che ritrae la gente che s’affolla per l’appello alla folla di donare il sangue.
Una foto semplice e splendida. Che racconta la solidarietà e la forza dell’amore di un popolo.
Pino concede l’uso con gentilezza e si scambiano due chiacchiere su fb. Che fai. Chi sei. E resta il nome impresso Tom’s Hardware di cui comprendo faccia parte, ne è direttore, insomma se ne occupa.
Do uno sguardo. Poi amici di amici con cui parlo di problemi legati a montaggio di video…sempre alla ricerca di una competenza tecnica che mi manca da Parigi mi fanno il nome di questo Bruno, “sai quello che ti ho detto, che lavora a Tom’s Hardware? Non dicesti di conoscere qualcuno li?”
“Ma no, non conosco qualcuno ho solo parlato con il direttore. credo, su fb.” Due minuti e compone il suo numero di cellulare. Io a Parigi lui chissa’ dove. “Bru, c’est moi! E daje nun ce prova’! Ce sta n’amica qua der profondo sud. Che je poi da quarche dritta?”
Sorrido, non fa caldo ma sudo come tutte le volte in cui si deve essere all’altezza della situazione. Tra telecamere di tv france24, cameramen di 20 anni, fotografi, giornalisti che raccontano di cronaca in diretta e che pittori dipingono les Champs Elisees. Mi passa il cellulare. “Pronto, sono Marianeve. Ho il mio collaboratore impegnato in un servizio fotografico in Tour Eiffel e sono momentaneamente sola. Ecco… mi servirebbe una dritta come ha detto Luca su programmi per montare video meno pesanti. Io ho una Nikon…..” Parlo solo io per almeno 20 minuti. Lui “si” “e” , poi mi fermo. E chiedo “Chiaro vero?” E qui inizia una spiegazione dettagliata da tecnico, forse, da esperto, forse, da persona gentile e desiderosa di non deludere la richiesta di un amico, sicuro.
E io ascolto. E capisco che non sono esperta, so solo scrivere e mi impelago. E spero che il mio fotoreporter arrivi per riuscire a trasfondergli la conoscenza di cui Bruno Gulotta mi rende partecipe. Facendomi sentire a mio agio ripete se capisco, se deve ripetere un passaggio…poi una frase…” poi tranquilla un fischio e vediamo insieme”. Parigi, il servizio, Luca conosciuto quel giorno stesso, e Bruno Gulotta, quello di Tom’ s Hardware, che non avrei mai piu sentito.
Eppure ho montato quel video ripetendo i suoi gesti raccontati cosi bene al cellulare. E per giorni mi sono ripetuta …devo chiamare Pino Bruno. Voglio il numero di quel Bruno. Poi, dopo ferragosto, appena ho un minuto.
C’è tempo. Voglio chiedergli delle cose. E dirgli grazie. Non ne ho avuto il tempo e ho impiegato due giorni a capire chi fosse Bruno Gulotta. Ora lo so. Un grande cuore, lo dimostra la gente, certo, ma ma nessuno ti regala il suo tempo. Lui lo ha fatto.
Bruno adesso per me ha un volto. Quello di uomo in vacanza con la famiglia a Barcellona. Morto durante un attacco terroristico. Bruno era una voce a cui da giorni tornavo per ricordarne i consigli un pomeriggio di lavoro complicato. Adesso è un dolore. Quello di non aver avuto il tempo di dirti grazie. Non saprò mai montare un video. Lo saprà fare il mio collaboratore. Ma ci proverò, Bruno. È una promessa. E tu resti come la voce d’ un gabbiano che il mio collaboratore ha fotografato un pomeriggio di pioggia. Perche’ montavo le immagini e cercavo ricordare le tue parole.
Ho rivisto oggi questa foto. E di te m’è tornata la voce. Possa un altro cielo conoscere il suo modo gentile di essere al mondo.
Foto di Vincenzo Aiello