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Blocco siti internet,esperti Onu accusano Egitto

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Il 30 agosto David Kaye e Fionnula Ní Aloáin, rispettivamente relatore speciale sulla libertà d’espressione e relatrice speciale su diritti umani e antiterrorismo delle Nazioni Unite, hanno dato l’allarme per il costante aumento dei siti internet chiusi dalle autorità egiziane per “diffusione di bugie” e “sostegno al terrorismo”. Il numero dei siti non più accessibili è salito a 130, compresi 21 portali d’informazione (tra cui MadaMasr, RASSD, Al Watan e Huffpost Arabi) e i siti di organismi per i diritti umani quali Reporter senza frontiere, la Rete araba d’informazione sui diritti umani e la Fondazione Alkarama.

L’assenza di un elenco ufficiale dei siti chiusi, la mancanza d’informazioni sulle “bugie” pubblicate o su come si sia sostenuto il “terrorismo”, così come la scarsa trasparenza sulle procedure di notifica e di attuazione dei provvedimenti di chiusura costituiscono un ulteriore motivo di preoccupazione.

Secondo David Kaye e Fionnula Ní Aloáin, quella dell’Egitto nei confronti dei siti non è un’operazione di controterrorismo ma di repressione pura e semplice.

Accanto alla chiusura dei siti internet, i due esperti delle Nazioni Unite hanno condannato l’altra tattica impiegata dalle autorità egiziane per reprimere la libertà d’informazione: le minacce nei confronti dei giornalisti, il loro arresto e la detenzione anche per anni in attesa del processo.


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