E’ positiva l’iniziativa dei Radicali, di mettere a gara il servizio del trasporto pubblico a Roma. Non perché abbia più fiducia nel gestore privato rispetto a quello pubblico (anzi…), ma perché questo passaggio costringe ATAC – e il Comune che la detiene – ad una riflessione strategica. Se vince il referendum, la privatizzazione non è scontata, perché il gestore pubblico potrebbe rientrare in gioco. Ma dovrebbe farlo con un’offerta che liberi dal calcare dell’inefficienza un baraccone, pieno di incuria organizzativa e prassi distorte (assenteismo anomalo). Che coinvolgono in un giudizio pessimo anche i lavoratori onesti.
Ben venga allora l’anticalcare del referendum, al quale voterò sì, a meno che Azienda e Comune non diano segnali concreti di cambiamento, soprattutto nei confronti di noi utenti, spesso “inchiodati” alle fermate per un’eternità, salvo dover salire su un bus che arriva già pieno come i camion dei suini.
Certo, se dovesse vincere un privato salirebbe subito il prezzo del biglietto e ci sarebbe il rischio che le tratte meno redditizie siano trascurate. Ma dubito che la situazione possa peggiorare rispetto a quella attuale. Vedremo. Non ho ancora deciso. M chiedo fatti, non catorci che non passano mai.
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