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Verità e giustizia per Andrea ed Andrej

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Tre anni dopo l’omicidio di Andrea Rocchelli ed Andrej Mironov, le nebbie iniziano a diradarsi. E questo non piace a tutti. L’arresto, eseguito venerdi scorso, di un miliziano ucraino -in possesso della cittadinanza italiana e con un passato già noto alla nostra giustizia-, indicato tra gli autori dell’omicidio, è il primo atto concreto nell’accertamento della verità.
Apprendiamo con profonda amarezza delle manifestazioni, di fronte all’ambasciata d’Italia a Kiev, di alcuni gruppi ultranazionalisti nel corso delle quali il miliziano è stato sostenuto, difeso e celebrato come un eroe nazionale. Manifestazioni che bollavano l’inchiesta della Procura di Pavia e dei ROS – per nulla facilitata dalla scarsa collaborazione delle autorità ucraine- come figlia di una operazione politica dettata da Mosca.
Provocazioni che hanno un solo obiettivo: gettare nuovamente la vicenda di Andrea ed Andy, testimoni della sofferenza della popolazione durante la guerra civile, tra le nebbie che l’hanno avvolta per tre anni.  Ci affianchiamo con forza, come abbiamo fatto in questi mesi seguendo ogni sviluppo della vicenda, alla battaglia civile della famiglia Rocchelli e di William Rougelon, il fotoreporter francese sopravvissuto all’attacco che recentemente ha scelto di associarsi alla causa italiana: verità e giustizia per Andrea ed Andrej. In difesa della loro memoria di cronisti appassionati, e per ribadire il principio che più di tutti ci ispira: la libertà di espressione, il dovere di informare, il diritto dei cittadini ad essere informati.
Articolo21 Lombardia

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