Splendida Vibonati, col suo centro antico ed il suo dedalo di viuzze, arroccata come in un presepe sotto il Santuario dedicato a Sant’Antonio Abate e prolungata nella ridente Villammare, sempre bandiera blu. Ma anche ricca di iniziative culturali e sociali, grazie al dinamico Sindaco Franco Brusco e ad una giovanissima giornalista assessora, Genny Gerbase. Martedì 11 luglio si è svolta una giornata intensissima, piena di importanti appuntamenti. Alle 9,30 ha avuto inizio, nell’Aula Consiliare del Comune, il corso di formazione per giornalisti, con 6 crediti, aperto al pubblico, grazie alla felice intuizione dell’infaticabile presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli. Presenti i giovani giornalisti di zona, il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Sapri, Michele Zitiello, il Comandante della polizia locale, Antonio Quintieri, il Comandante della Capitaneria di Porto di Sapri, Ridiello ed il mitico Pino Blasi, già direttore dei servizi giornalistici della sede regionale campana della Rai, oggi presidente dell’Ucsi Campania , con un pubblico numeroso ed attento.
E , come sempre, niente di formale o di convenzionale, ma l’approfondimento di un tema di drammatica attualità, i femminicidi. “Violenza di genere: genesi, stereotipie, responsabilità della comunicazione e dell’informazione” è il titolo del corso-convegno. Angela Mona, esperta in criminologia clinica e grafologia, tiene una profonda ed articolata relazione in cui analizza la genesi del fenomeno, a partire dalla proposizione di scioccanti diapositive che mettono a nudo l’uso strumentale della donna vista come oggetto in decine di volgari messaggi pubblicitari, solo alcuni dei quali censurati. A seguire la litania dei luoghi comuni fondanti gli stereotipi dell’inferiorità femminile. Ed ecco poi l’analisi di alcuni recenti casi drammatici e delle risorse legislative per fronteggiare il fenomeno. Il Procuratore della Repubblica di Lagonegro, Vittorio Russo, di grande professionalità ed esperienza, interviene per illustrare le iniziative messe in campo dal suo ufficio. Ricorda l’art. 612 bis del codice penale introdotto con il DL del 2009, n.11 recante “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori”. Ma spiega che il reato di “stalking” incrimina “quelle condotte reiterate di molestia o minaccia che causano rilevanti disagi psichici alla persona offesa”. E spiega come sia quindi assolutamente indispensabile la denuncia di parte e la collaborazione delle donne vittime di maltrattamenti che possono preludere a situazioni più gravi.
Non basta il singolo atto violento a determinare la possibilità di un intervento da parte dell’autorità ma si deve conclamare un contesto di atti persecutori reiterati. Spesso, però, la denuncia non arriva, la donna offesa subisce anche l’intimidazione dell’ambiente familiare o sociale, la disincentivazione a denunciare o a perseguire il marito o il compagno violento, artefice dell’abuso. Ecco dunque anche il merito di una maggiore consapevolezza diffusa, di un’azione culturale a partire dalle scuole ed il pregio di un’iniziativa come quelle promossa, che induce alla corresponsabilità e prefigura azioni sociali di sostegno concreto alle vittime. Illustra l’importanza del “Codice rosa” che la Procura di Lagonegro ha stabilito con gli ospedali di competenza, come Sapri e Polla, per cui i medici, con professionalità e tempestività, segnalano i casi di referti legati a violenze fisiche o psichiche accertate, riferendo anche quegli elementi diagnostici che permettono di “svelare” tentativi di camuffamento di violenze vere e proprie, nascoste ad esempio sotto ripetuti “casuali” incidenti domestici, come esser cadute dalle scale, aver sbattuto contro uno stipite…Il procuratore parla dell’incarico specifico affidato ad una sostituta sulla specifica tematica e della necessità di incrementare la possibilità di garantire una adeguata protezione alle vittime in case famiglia o situazioni protette. Ed il Sindaco Brusco lancia subito l’idea di una casa famiglia promossa dal Comune di Vibonati.
Ai giornalisti il compito di raccontare sempre tutta la verità e di seguire con attenzione le singole vicende, sempre con il garbo dovuto nei confronti dei minori coinvolti. È Ottavio Lucarelli a riconfermare tale impegno insieme a Flavia Lorenzoni, giornalista del Tg1, che riferisce di casi che ha seguito personalmente. Stanato dal presidente dell’Ordine nella cittadina elettiva del mio “buen retiro”, dove ho preso casa da alcuni anni, ho il piacere di intervenire come giornalista e psicologo, ma anche in qualità di presidente del comitato scientifico della Fondazione Pol.i.s., per portare i saluti dell’assessora all’istruzione e politiche sociali della Regione Campania, Lucia Fortini e per raccontare di qualche caso seguito personalmente, non rinunciando a riferire come proprio il tema della legalità mi abbia legato a Vibonati. Qui ho presentato i due volumi con gli articoli di Giancarlo Siani “Le parole di una vita” e mi sono riproposto con l’assessora Gerbase di presentare, in autunno, il volume “Fatti di camorra”, edito da Iod, insieme a Paolo Siani e Lucarelli , coinvolgendo le scuole e magari con la partecipazione dell’amico Beppe Giulietti, presidente della Fnsi e del direttore de Il Mattino. Esprimo un rammarico per il ritardo nell’approvazione della proposta di legge Vezzali a favore degli orfani di femmicidio, alla cui preparazione ha collaborato anche la Professoressa Anna Costanza Baldry, componente del comitato che ho l’onore di presiedere. Ma si tratta di un impegno da mantenere, affianco a quello per il riconoscimento dei benefici di legge pure per le vittime della cosiddetta criminalità comune, come vuole la direttiva europea del 2004. Genny Gerbase, che aveva introdotto i lavori, parla poi della rete creata in zona con Filomena Chiappardo, anch’ella giornalista ed assessora del Comune di Padula, dove di recente è stato ampliato, con una sezione multimediale, il Museo Joe Petrosino, voluto dal pronipote Nino Melito, in collaborazione col Professor Marcello Ravveduto dell’Università di Salerno e con Libera. In conclusione della mattinata, viene scoperta la “Panchina Rossa” dedicata a Pierangela Gareffa, vittima di femminicidio del 30 novembre del 2014, accoltellata dal marito, poi arrestato e condannato, e non…caduta su di una ringhiera.
Un gesto importante e significativo non solo di memoria, ma di responsabilità ed impegno per il futuro che fa onore alla piccola cittadina. In serata, poi, il ricco dibattito conclusivo su “giornalismo e legalità” , condotto da Carmela Santi, con gli interventi degli ospiti della mattinata, a cui si è aggiunta la preziosa testimonianza di Vincenzo Rubano, giornalista di Repubblica, partito dall’esperienza de “la Città”, quotidiano di Salerno quando era diretto da Luigi Vicinanza. Oltre a parlare dei giornalisti tutt’oggi minacciati e del prezioso lavoro di chi ancora “consuma le suole delle scarpe”, come diceva Montanelli, per informare puntualmente e correttamente, magari col compenso di un euro e cinquanta a pezzo, ricorda la sua esperienza in Afganistan, narrata nel volume “Soldati di pace”, edito da Guida. Un tributo ai tanti militari italiani coinvolti nelle zone di guerra, presenti con le mani ed il cuore per l’aiuto alle popolazioni martoriate dalla guerra. “Compito dei giornalisti -conclude Lucarelli – è quello di raccontare sempre e comunque la verità”. Grazie Vibonati.