BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Stupri: vergogna omertà e indifferenza

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Una piccola storia ignobile, si potrebbe dire parafrasando Francesco Guccini. Una storia che ha guadagnato negli anni poche righe sui giornali. Una storia disgustosa che ci fa capire che non esiste zona franca dalla violenza per nessuna donna e che la connivenza e l’omertà non hanno sesso né colore politico.

12 settembre 2010. Notte di celebrazione storica per l’azione degli anarchici e dei comunisti che nel 1922 fermarono le squadracce fasciste che volevano espugnare l’Oltretorrente, storico quartiere rosso di Parma. Claudia ha diciott’anni, partecipa alla festa ma poi , quando quasi tutti sono andati via, accade qualcosa di incredibile. Viene probabilmente drogata e, in stato di incoscienza, stuprata per una notte intera. Claudia, al mattino, si sveglierà da sola, nuda, dolorante, disorientata e terrorizzata sul tavolo di un centro sociale di Parma.

Ad abusare di lei tre “compagni”, proprio dopo la festa.Ieri la loro condanna da parte del tribunale di Parma a sette anni dallo stupro.

A rendere raccapricciante lo stupro di una ragazzina, episodio di per sé già orribile, il fatto che a compierlo siano stati ragazzi la cui ideologia non dovrebbe certo essere di quella matrice “machista” che considera le donne degli oggetti. Ragazzi che negli anni  successivi hanno continuato ad andare a manifestazioni e a inneggiare alla libertà, all’uguaglianza…

La ragazzina per vergogna o shock, non lo sappiamo, non ha denunciato nessuno , tre anni dopo viene tutto a galla perché durante un’indagine sull’area di anarchici antagonisti della zona, i carabinieri sequestrano cellulari e su quello di uno dei tre , il filmino dello stupro.

Claudia viene rintracciata, interrogata e a quel punto racconta. Il problema è che si viene a scoprire che in quei tre anni in molti (e molte!)  dell’area alternativa sapevano perché avevano visto il filmino. Ma la ciliegina sulla torta è che Claudia viene emarginata e marchiata come “infame” perché alla fine denuncia i suoi stupratori. A squarciare il velo di omertà su questa vicenda vergognosa solo un gruppo femminile, “Romantic Punx” che esce allo scoperto e si mette dalla parte di Claudia.Per il resto , un silenzio agghiacciante.

Questo episodio dovrebbe scuotere profondamente per una serie di motivi: il fatto che a stuprare siano stati ragazzi che affermano principi ben lontani da quelli superomistici e sprezzanti delle donne; il fatto che nell’ambiente (ragazze comprese) , in cui molti sapevano , sia scattata omertà ; infine il fatto che quando la ragazzina alla fine ha denunciato, invece che essere sostenuta, sia stata emarginata e fatta oggetto di linciaggio psicologico da parte di tutti i compagni. E allora viene spontaneo chiedersi: che razza di cultura è questa che riesce a compattare destra e sinistra solo se si tratta di pregiudizi verso le donne e non si fa scrupolo di coprire un atto infame ( questo sì!) come lo stupro di una ragazzina? E perché, ancora ci si può chiedere, di questa vicenda si è parlato così poco anche sui giornali? Perché nessun sociologo o psicologo o tuttologo è stato scomodato per capire come è possibile che uno stupro sia stato consumato e fatto passare sotto silenzio in un ambiente che dovrebbe difendere libertà e uguali diritti per tutti? Gli esperti vengono interpellati per fatti molto meno rilevanti di questo…

Il problema è che quando si tratta di stupri aleggia sempre un certo sospetto: perché non ha denunciato subito? Era veramente drogata? Magari, vista la situazione promiscua la ragazza era disponibile… Non solo. La realtà è che la violenza carnale, che pure segna per sempre a vita di chi lo subisce, nel nostro Paese non viene considerato in fondo mai un fatto tanto grave, proprio da nessuno.

Basti pensare a quella ragazzina di quindici anni che ha subìto stupro di gruppo da parte di coetanei in provincia di Napoli e poi, dopo aver fatto, con coraggio, condannare i suoi aguzzini se li è visti in giro per il paese perché il Tribunale dei Minori ha concesso loro la “messa in prova” facendoli tornare a casa loro. Nello stesso paese.

La ragazzina se n’è andata. Non ce l’ha fatta ad incontrare tutti i giorni chi le ha segnato la vita. E’ emigrata con la famiglia in Germania. Speriamo che trovi un Paese più civile del nostro. Non sarà troppo difficile.


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