Spose bambine, così si infrangono i diritti dell’infanzia

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[L’autrice di questo articolo, Carolina Carta, sta completando il Master in giornalismo dell’Università di Groningen, Olanda. Il passaggio finale e integrante dei suoi studi prevede una tesi e un Internship che Carolina sta svolgendo con Voci Globali.] 

Il fenomeno dei matrimoni precoci è un problema globale, che trascende Paesi, culture, religioni ed etnie.
(“Infanzia Rubata”, Save the Children, 2017)

È stato rilasciato lo scorso giugno il primo rapporto annuale di Save the Children, “Infanzia Rubata”, le cui quaranta pagine di resoconto analizzano i principali fenomeni che mettono a repentaglio la vita e la libertà di milioni di bambini in tutto il mondo — dai lavori forzati alla malnutrizione.
Nel settembre 2015 l’ONU ha stabilito 17 Obiettivi Globali, da raggiungere entro il 2030, mirati a garantire ai bambini di tutto il mondo un’infanzia piena, “libera dalla malnutrizione e dalla violenza, con accesso ad assistenza sanitaria e istruzione adeguate”.

Tra le piaghe che infrangono i diritti dei minori, colpisce il matrimonio precoce, pratica che viola i principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Gli ultimi dati aggiornati al 2017 attestano che, al giorno d’oggi, circa 40 milioni di bambine e ragazze tra i 15 e i 19 anni sono sposate; ogni giorno 15 milioni di bambine e ragazze sotto i 18 anni vengono date in moglie e, di queste 4 milioni hanno meno di 15 anni. Strettamente connesso al fenomeno delle unioni in tenera età è quello delle gravidanze precoci. Si stima che siano circa 16 milioni a restare incinte tra i 15 e i 19 anni; tra queste, 1 milione diventa madre prima del raggiungimento dei 15 anni d’età.

Tali cifre, già di per sé drammatiche, preoccupano ancora di più se si pensa alle devastanti ripercussioni psichiche e fisiche del matrimonio precoce. Le giovani vittime, non ancora abbastanza mature per affrontare le esperienze dell’età adulta, del matrimonio e della maternità, vanno incontro a notevoli rischi. Infatti, le cosiddette “spose bambine”, sono particolarmente soggette a complicanze durante la gravidanza e durante il parto, corrono un elevato rischio di contrarre il virus HIV e cadono spesso vittima di abusi e di violenza domestica… Continua su vociglobali


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