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Raggi lavora alla magia: far risorgere i sesterzi

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I marziani arriveranno a Roma? Quasi certamente no, ma probabilmente potrebbero spuntare i sesterzi, quasi dei marziani. Sì, potrebbe ricomparire proprio l’antica moneta mai vista dai contemporanei, ma usata duemila e duecento anni fa, prima nella Repubblica e poi nell’Impero romano dei Cesari. Una specie di resurrezione, dunque.
Non è una “bufala”, come dicono i romani. Per magia i sesterzi potrebbero risorgere. Sono scomparsi circa 1.500 anni fa con la morte dell’Impero romano d’occidente assieme ai centurioni, ma potrebbero ricomparire nella città eterna entro l’anno. Con una bella differenza: una volta il sesterzio, assieme al denario, era la principale moneta circolante a Roma, in Italia, in buona parte d’Europa, nel Medio oriente e nell’Africa del nord. In sintesi: nello sterminato Impero romano. Era coniata a Roma e a Lione in Gallia, valeva circa 6 euro di oggi.
Bene, non è uno scherzo, il sesterzio potrebbe rinascere in autunno. Almeno questo è il progetto di Virginia Raggi. Sia l’amministrazione grillina di Roma sia quella di Torino pensano al varo di una “moneta complementare” da affiancare all’euro. Nella capitale potrebbe essere solo uno strumento di baratto tra il comune e i cittadini per una serie di servizi pubblici (uno sconto sulle tariffe, ad esempio, se c’è un impegno speciale nella differenziazione dei rifiuti urbani), oppure una moneta sperimentale da spendere nei mercati rionali di Montesacro e Appio-Tuscolano, due tra i quartieri più popolosi della metropoli. E la moneta comunale sperimentale si potrebbe chiamare, appunto, sesterzio. Varrebbe un euro.
La sindaca cinquestelle di Roma aveva parlato dell’ipotesi ardita già durante la campagna elettorale di un anno fa. Ma adesso è diventata qualcosa più di una idea avventurosa, potrebbe germogliare da ‘Fabbrica Roma’, il piano per rilanciare l’economia e l’occupazione nella città eterna all’esame del Campidoglio, dopo l’accordo raggiunto a giugno tra la Raggi e Cgil-Cisl-Uil della capitale.
L’assessore al Bilancio al comune di Roma, Andrea Mazzillo, è entrato nei dettagli: «Stiamo studiando all’interno del progetto ‘Fabbrica Roma’ di favorire le economie locali». Ha precisato: «È il funzionamento delle monete complementari, sostanzialmente non utilizzo la moneta, l’euro, ma una moneta che non è neanche elettronica ma alternativa. Può essere chiamata in tanti modi: in Sardegna c’è il Sardex, oppure il Tibex nel Lazio». Circolano vari nomi per battezzare la nuova valuta, tuttavia molti parteggiano, appunto, per la scelta di sesterzio, la moneta prediletta da Augusto, Nerone, Traiano, Aureliano.
Una doppia moneta. Da tempo Silvio Berlusconi ha lanciato l’idea di introdurre una doppia valuta da utilizzare a livello nazionale. Il presidente di Forza Italia ha proposto la resurrezione della lira, da affiancare all’euro per aiutare la crescita economica e dell’occupazione. Tuttavia l’ipotesi ha raccolto scarsi consensi ed è stata, almeno per ora, accantonata. Del resto le esperienze di una doppia circolazione monetaria, una divisa forte per gli scambi con l’estero e una debole per i consumi interni, ha sempre dato esisti oltremodo negativi. La Cuba di Fidel Castro ha tentato anche questa strada contro la crisi economica, ma ha fatto marcia indietro dopo gli esiti disastrosi.
Ora ci vuole provare il Campidoglio. È una sfida improba. Il primo requisito di una moneta perché funzioni è la credibilità del soggetto emittente. E la credibilità del comune di Roma, oberato dai debiti, è ai minimi termini. La giunta grillina perde continuamente pezzi a causa dei contrasti interni e dei guai giudiziari. La stessa Raggi è inquisita per falso ed abuso di ufficio.
Non solo. Le aziende comunali dei servizi pubblici essenziali sono un disastro. L’Atac (trasporto pubblico) e l’Ama (nettezza urbana) producono disservizi pesantissimi oltre a giganteschi deficit. L’Acea (luce, acqua e gas) sta attraversando un periodo nero: in parecchie zone centrali e delle periferie ogni tanto manca perfino la corrente elettrica e l’acqua potabile. Del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, alla fine approvato con delle modifiche dal Campidoglio, si sono perse le tracce.
Il degrado della città è forte. Gli autobus passano con grandi ritardi, la spazzatura ingombra le strade. I corvi imperversano all’Eur, attirati dai capelli lunghi hanno beccato la testa e mandato all’ospedale diverse donne. I topi infestano il centro e i parchi mordendo i malcapitati. I cinghiali affamati sono usciti dai parchi e dalle campagne a nord della città attirati dai rifiuti e hanno perfino speronato e ucciso un centauro. I piccioni e i gabbiani, come in un film horror di Alfred Hitchcock, hanno occupato i quartieri di quasi tutta la città, sporcando e portando malattie. Le buche, altro problema non certo marginale, costellano quasi tutte le strade provocando incidenti, feriti e anche morti. La sindaca all’inizio dell’anno ha recitato il mea culpa: «Mi scuso con i romani per le buche, ci stiamo lavorando». Ma da allora non è cambiato molto.
Ecco, forse prima di pensare d’introdurre “una moneta complementare” accanto all’euro, chiamata sesterzio o con un nome diverso, sarebbe opportuno risolvere i problemi più gravi e immediati dei cittadini. Quei problemi per i quali si elegge un sindaco e una giunta comunale. La Raggi ama ripetere: «Stiamo lavorando». L’assicurazione alle volte è incomprensibile. Il ponte sul Tevere Principe Amedeo Savoia Aosta dall’aprile 2016 è vietato al traffico pesante, compresi gli autobus, perché va messo in sicurezza. Ma dei lavori non c’è alcuna traccia e gli autobus che collegano il Vaticano con il centro storico sono costretti ad una tortuosa gimkana sul Lungotevere intasato di macchine.
Virginia Raggi, oberata dagli impegni della cosiddetta normale amministrazione, ama le sfide sempre più difficili, epiche. Dopo un anno dalla sua trionfale elezione è impegnata nella magia di far risorgere i sesterzi ed ha confermato il progetto di una funivia urbana a Casalotti, una zona della periferia nord. Chissà cosa ne pensa Beppe Grillo. Il capo del M5S ogni tanto dalla sua Genova viene a Roma per discutere con la Raggi dei problemi più gravi della città. Potrebbe indire un referendum online tra i cinquestelle sul sì o il no alla rinascita dei sesterzi.
La sindaca come voto dopo un anno di lavoro si è data “7 e mezzo”, ma se riuscisse a far risorgere i sesterzi meriterebbe 10 e lode. Buche, autobus, immondizia permettendo. Tutto è possibile. Del resto i falsi centurioni ricompaiono spesso accanto al Colosseo e ai Fori Imperiali, nonostante i ripetuti divieti.


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