Ieri, però, la svolta grazie al tavolo di confronto conclusivo tra tutti i soggetti coinvolti nella vertenza. Presenti i sindacati, le aziende committenti (Transcom, Inps), il sindaco di Paternò, e l’imprenditore paternese Franz Di Bella. E il risultato è soprendente, quasi miracoloso: l’azienda riaprirà subito dopo l’estate, non si chiamerà più Qè ma Netith e riassorbirà buona parte dei licenziati. “Un risultato frutto delle nostre battaglie sindacali e legali” dice Valentina Borzì, giovane e combattiva leader dei lavoratori Qè e rappresentante della Slc Cgil. “La nostra più grande vittoria è stata il riuscire a tenere unito e compatto il gruppo per oltre un anno. Abbiamo organizzato proteste e manifestazioni abbiamo chiesto e ottenuto convocazioni al ministero e alla regione, abbiamo pure consegnato una lettera al premier Paolo Gentiloni nel corso della sua visita a Catania e adesso cominciamo a raccogliere i frutti.
Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno di tutta la comunità paternese, dei sindacati e dei tanti cittadini che ci hanno sostenuto, anche economicamente, per finanziare la nostra lotta. Questa non è solo la nostra vittoria ma quella dell’intero territorio”. E così , quello che fino a qualche mese fa sembrava utopia da ieri è una realtà concreta. Un epilogo per nulla scontato, unico nel suo genere, in un contesto e in un territorio in cui le aziende di norma chiudono i battenti, spesso per delocalizzare, la riapertura di un sito produttivo, frutto della lotta e della tenacia dei lavoratori, non può che definirsi un miracolo