BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Ustica. 37 anni fa. Ancora senza colpevoli. E tra le carte dei Servizi più fascicoli sui giornalisti che sulle motivazioni della strage

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Quella di Stefano Rodotà è stata una grande perdita. Era un grande giurista, un grande intellettuale,  un grande Professore, e anche un caro amico. Il suo ruolo, anche nella vicenda di Ustica,  è stato molto importante. Lo incontrai nel 1986: si costituì a Roma il “Comitato per la verità su Ustica”, ne facevano parte Francesco Paolo Bonifacio  (poi sostituito da Nicolò Lipari), Antonio Giolitti, Pietro Ingrao, Adriano Ossicini, Franco Ferrarotti,  Pietro Scoppola e appunto,  Stefano Rodotà.

Fu rivolto un  appello al Presidente della Repubblica per “rimuovere gli ostacoli che impedivano alla verità di farsi luce”,   pena, la perdita di credibilità e di dignità delle Istituzioni. Quell’appello ruppe il silenzio calato  sulla strage di Ustica nei primi sei anni  ‘80-86,  e indusse le Istituzioni a intraprendere il lavoro, mai iniziato, per la ricerca della verità:

– il Governo trovò i fondi per recuperare il relitto in fondo al mare,
– il Magistrato (bontà sua!) iniziò ad interrogare il personale dei vari siti radar della penisola,  mai sentiti per tanti anni,
– il Parlamento  di lì a poco attribuì alla Commissione Parlamentare Stragi  il compito di indagare anche sulla strage di Ustica, per considerare i comportamenti degli uomini degli Apparati dello Stato.

Cominciando da quei giorni siamo riusciti, caro Stefano, a conquistarla la verità, anche per merito tuo e di questo non finirò mai di essertene grata. Oggi sappiamo che non fu cedimento strutturale, come avevano sostenuto , per nascondere tutto, i Generali dell’Aeronautica fin dal primo momento, ma il “DC9 dell’Itavia è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea”, scriverà  nel ’99 il Giudice Rosario Priore.

Non conosciamo  ancora gli autori, pur sapendo di per certo che vi erano aerei francesi, inglesi, americani, libici,  non conosciamo ancora l’inconfessabile scenario di guerra di  quella sera. Per questo la nostra battaglia continua, pena, come diceva il Comitato, la perdita della dignità e della credibilità nazionale.

Oggi a 37 anni dalla Strage,  dopo la sentenza ordinanza del Giudice Priore, dopo le condanne della Magistratura Civile contro i Ministeri della Difesa e dei Trasporti, dopo le dichiarazioni del Presidente emerito Cossiga che ha denunciato la responsabilità della Francia, la Procura della Repubblica di Roma sta indagando ancora, ma la sua azione non trova vigore per la mancanza di collaborazione internazionale.

In poche parole manca la documentazione per individuare chi ha sparato il missile e qui si ritorna ad uno dei temi che più ti è stato caro: la assoluta trasparenza dei rapporti tra Istituzioni e cittadini. La battaglia per la verità su Ustica, ti dico proprio oggi, diventa battaglia per la trasparenza.

Ma oggi quando parliamo del bisogno di trasparenza nella documentazione,  dobbiamo anche denunciare il fallimento della direttiva Renzi dell’aprile del 14, almeno per quanto riguarda Ustica.

La desecretazione degli atti delle Amministrazioni su tante stragi che hanno insanguinato il nostro Paese era stata vista come una significativa apertura alla trasparenza e alla correttezza dei rapporti tra Stato e cittadini. E allora si deve denunciare con forza che il Ministero dei Trasporti riesce a depositare dopo tre anni di insistenze soltanto poche carte relative alla Commissione ministeriale Luzzati, senza neppure  avere contezza della esistenza di documentazione (a partire dagli atti del Gabinetto del Ministro a finire alle attività centrali e periferiche dell’Aviazione civile) .

Lo Stato Maggiore della Marina non è in grado di depositare nessuna documentazione su attività dall’anno ‘80 all’86.  I Servizi, con molte difficoltà di accesso, mettono a disposizione documentazione  in larga parte caratterizzata da amplissime rassegne stampa, dalle quali pare emergere una attenzione più sui giornalisti che scrivono di Ustica che sulle cause del disastro.  Fino ad arrivare, scendendo in un panorama egualmente negativo nelle varie realtà periferiche, alla Prefettura di Bologna che non deposita nulla riguardo Ustica.

Per questo mi sento proprio di dire  che continuare la battaglia per giustizia e verità su Ustica vuol dire continuare con il tuo impegno di quegli anni lontani e il tuo insegnamento di sempre.


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