La notizia è del 15 giugno. La terra ha tremato ancora, per l’ennesima volta, nelle Marche. Ma la notizia, per quello che ci riguarda, oggi è un’altra, e riguarda il nostro ambito di competenza: l’informazione. Non ci saranno liste di persone da riconoscere, non ci saranno macerie da spostare, non ci saranno lutti. La notizia sulla scossa di terremoto stavolta non è vera. Eppure arriva da fonte certa, anzi certissima, anzi certificata: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Al punto che Rai news la riporta ancora nel proprio sito, anche oggi 16 giugno, venerdì, alle ore 15,30 come si vede nello screenshot che abbiamo inserito come prima immagine a commento di questo pezzo. L’immagine non mente e non è stata alterata o falsificata, non da noi, e non qui.
Quello che la rete vi restituirà quando leggerete questo articolo nelle prossime ore e poi nei giorni e nei mesi a venire, quello sarà tutto diverso, ne siamo certi. Ed è su questo aspetto che vi invitiamo a cominciare a riflettere perchè è questo, a nostro avviso, uno degli aspetti più interessanti ma anche preoccupanti di quella che potremmo chiamare gestione delle news durante un’emergenza. O anche togliendo la parola emergenza. La rete non invecchia le notizie, o almeno, non ha la capacità di aggiornarle secondo percorsi automatici. Potremmo riaprire il dibattito sul diritto all’oblio ad esempio, o parlare di diritto alla rettifica così come spesso accade dopo un fatto di cronaca. In rete le cose rimangono. In rete tutto resta: persino le notizie false, e anche quel tipo di notizie, ad esempio la notizia di un’emergenza di grande impatto sociale come un terremoto o un’inondazione o un attentato terroristico, che abbiamo dimostrato essere state battute con troppa fretta o condivise senza i necessari controlli. Pensate a cosa potrebbe succedere, o meglio a cosa sarebbe potuto succedere proprio in seguito alla notizia della forte scossa di terremoto diffusa per errore il 15 giugno? In realtà la domanda è retorica e questo pezzo prova proprio a rispondere ad essa cercando di andare oltre la superficie.
Gran cosa la rivoluzione digitale ma stare dentro al mondo improvvisamente globale in cui veniamo subissati da milioni e milioni di informazioni ogni giorno significa avere gli strumenti per gestire questa imponente mole di dati e decodificarli in modo utile e vantaggioso per noi e per gli altri. Significa poter essere al centro delle notizie e usarle per il bene comune non esserne in balia o peggio esserne vittime. Purtroppo davanti ad un cataclisma, ad una sciagura ad un evento naturale devastante è quasi sempre così che va a finire. A tuttoggi nella prima schermata che ci fornisce il nostro motore di ricerca alla query : ” terremoto nelle marche “, nei primi 8 risultati che emergono… Continua lsdi