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Riina deve rimanere in carcere, in nome della dignità dello Stato

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Che sia un “pesano” a baciare la mano del boss disturba, ma si può applicare l’attenuante del degrado ambientale. Ma che sia il presidente della Prima Sezione della Cassazione a genuflettersi ad un capo-mafia” fa indignare. Soprattutto per l’uso improprio da parte dell’alto magistrato del concetto di “morte dignitosa”, equiparata non ad un trattamento carcerario umano, ma ad una liberazione senza pentimento, né assenso delle vittime dei parenti uccisi dal sanguinario Riina. Che nemmeno un paio d’anni fa si vantava di come aveva maciullato magistrati e nemici e mostrava ancora una sete di morte nei confronti del giudice Di Matteo. Ecco chi è il “vecchietto malato”.

No, Riina deve rimanere in carcere, in nome della dignità dello Stato. Quando mostrerà un sincero pentimento, ne riparleremo.
Intanto, chiedo al giudice che ha formulato questa proposta di vergognarsi, per aver mancato di rispetto alla vittime di mafia e al senso di giustizia dell’intero Paese.

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