Era la “Summer of love”, i Beatles avevano appena pubblicato “Sgt. Pepper”, Woodstock e l’Isola di Wight dovevano ancora venire. E in quel 1967, giusto cinquant’anni fa, dal 16 al 18 giugno duecentomila giovani bivaccarono a Monterey, California, in un’arena naturale che per anni aveva ospitato il Monterey Jazz Festival. Ma i tempi stavano cambiando, come cantava il supremo Bob, e quell’anno andò in scena il Monterey International Pop Festival, considerato uno degli eventi fondativi del movimento (della rivoluzione?) hippie. Il biglietto costava un dollaro. Suonarono Jimi Hendrix, Who, Janis Joplin, Jefferson Airplane, Canned Heat, Grateful Dead, Simon & Garfunkel, Animals, Mamas & Papas, Otis Redding, Ravi Shankar e tanti altri. Nel programma erano stati inseriti ma non suonarono Beach Boys, Beatles e Rolling Stones. Che avevano tutte le intenzioni di partecipare, ma non poterono letteralmente entrare negli Stati Uniti: fu infatti negato loro l’ingresso a causa dei precedenti arresti per droga di Mick Jagger e Keith Richards. Il chitarrista e fondatore Brian Jones (che sarebbe morto due anni dopo, trovato sul fondo della piscina nella sua casa a Hartfield, nel Sussex) apparve sul palco ma solo per presentare Hendrix, alla prima grande apparizione americana. In questo fine settimana, dal 16 al 18, a Monterey si terrà un festival per celebrare il mezzo secolo trascorso. Ci saranno Regina Spektor, Father John Misty, My Morning Jacket’s Jim James, Kurt Vile & The Violators, Norah Jones, Dr. Dog, Gary Clark Jr, The Head of the Heart. E qualche superstite del ’67: Phil Lesh dei Grateful Dead, Eric Burdon & The Animals, Booker T.