Palermo, 19 giugno 2017. Il 3% dei migranti che dal Nordafrica affrontano la traversata verso l’Italia perde la vita. E’ un dato tragico che esprime la totale inadeguatezza delle procedure di soccorso in mare.
Altri 126 migranti partiti giovedì scorso dalla Libia sono morti a causa di un naufragio. Solo quattro i superstiti.
Recentemente EveryOne Group ha fatto presente alla Commissione europea i dati relativi alle morti in mare, chiedendo con urgenza l’applicazione di un programma efficace di tutela delle vite dei migranti.
La Commissione – dopo aver assicurato di dedicare grande attenzione al destino dei migranti e dei profughi – ha risposto che attualmente l’Unione europea non è responsabile della sorte di chi attraversa il mare in cerca di un’opportunità di sopravvivenza: “Caro signor Malini, la ricerca e il salvataggio dei migranti sono affidati ai Centri di coordinamento del salvataggio marittimo (MRCCs) degli Stati membri, mentre l’Unione europea non ha alcuna competenza su di essi”. Così, mentre i politici italiani scaricano le responsabilità sull’Europa, che a propria volta afferma che sono invece i governi ad averne, la carneficina prosegue senza che le istituzioni alzino un dito per evitarla o quantomeno limitarla.
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