Fa un caldo bestia a Piazza San Giovanni, ma siamo tanti. “Rispetto” è la parola d’ordine. Perché è troppo l’oltraggio che ha subito il mondo del lavoro. Dall’abolizione dell’art. 18, fino al referendum aggirato da Renzi, ai tirocini dei giovani pagati una miseria. Arrivano operai e precari da tutta Italia. C’è il mondo agricolo con i lavoratori di origine africana. Distribuiscono bottigliette d’acqua che la gente si scola tutta d’un fiato. Parla Misha, gli sono saltate tre dita in una pressa, dove era stato mandato senza formazione. “La padrona mi pagava con i voucher, ma li cambiava lei e mi dava 5 euro l’ora.Solo dopo ho saputo che a me ne spettavano 7 e mezzo”.
“Ma quale lotta al lavoro nero – fa un giovane madido di sudore – nei nuovi voucher c’è il trucco per smontare la tracciabilità. E’ vero che devi dichiararne l’utilizzo un’ora prima, ma poi hai tre giorni per annullarlo. Chi controlla gli annullamenti?” Passa l’ambulanza, qualcuno sviene. C’è l’autobotte per l’acqua. L’avvocato del sindacato al microfono svela l’inganno del referendum: “Se in pendenza di referendum, si fa una legge per affrontare gli stessi temi, il referendum si fa su quest’ultima. Ma il governo conoscendo questo meccanismo ha abolito i voucher senza presentare subito una nuova legge sulla stessa materia. Poi, incassato l’annullamento del referendum, ha tirato fuori la nuova legge sui Prest.O e il Libretto familiare. Un’elusione perfetta”.
Camusso parla chiaro. Peccato che non ci siano anche gli altri sindacati. Con il riverbero termico dell’asfalto siamo a 36 gradi. I pensionati SPI stanno sotto l’ombra degli alberi, ma ci sono. Mi si avvicina un anziano. “Compagno, mi arrotoli la bandiera – mentre lo faccio e gli chiedo l’età – ho novant’anni. Ma combatterò le ingiustizie fino all’ultimo giorno di vita. I giovani sono scoraggiati. Tocca sempre a noi vecchi batterci. Ma le bandiere rosse fanno bene ai globuli rossi!” Ride, si allontana e si unisce al coro di Bella Ciao.
Anche a me ha fatto bene andare in piazza. Era importante. Una democrazia che manca di rispetto al lavoro, ha i giorni contati.
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