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Catastrofe umanitaria nello Yemen: la guerra porta anche il colera

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di Alice Tinozzi

Unicef, insieme ad altre associazioni internazionali, cerca di mettere in luce l’epidemia che sta colpendo da aprile lo Yemen, devastato da una guerra scatenata dall’Arabia Saudita nel marzo 2015.

«La situazione in Yemen – ha dichiarato Meritxell Relaño, rappresentante Unicef in Yemen – è sull’orlo del disastro; i sistemi idrici, igienico-sanitari e per la salute sono tutti al collasso, oltre 27 milioni di yemeniti sono di fronte ad una terribile catastrofe umanitaria. Le vittime più grandi di questa tragedia causata dal uomo sono le popolazioni più vulnerabili dello Yemen: i suoi bambini. È necessario che la comunità internazionale dia supporto ai servizi sociali con investimenti di lungo periodo, altrimenti le epidemie colpiranno di nuovo e saranno ancor più letali.»

Sono già stati registrati da aprile più di 124.000 casi sospetti e 923 decessi. I soggetti più colpiti sono quelli fisiologicamente più vulnerabili: il 46% dei casi riguarda bambini sotto i 15 anni, mentre il 33% delle vittime ha più di 60 anni.

Uno dei maggiori problemi è il malfunzionamento degli impianti di trattamento delle acque, che sta facendo accumulare velocemente le acque di scolo e l’immondizia non raccolta nelle aree residenziali, contaminando le fonti d’acqua.

La situazione si presenta disperata: i due terzi della popolazione non ha accesso all’acqua potabile, il personale medico non viene pagato da oltre 8 mesi e il conflitto in atto dal 2015 ha distrutto quasi completamente il sistema sanitario. Attualmente sono pienamente operativi meno del 50% dei centri sanitari e le forniture sanitarie che entrano nel paese sono di un terzo inferiori ai livelli necessari. Sono state inoltre danneggiate infrastrutture di primaria importanza, privando 14,5 milioni di abitanti di un accesso regolare all’acqua potabile, ai servizi igienici e alle cure mediche.

L’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità stanno concentrando il proprio intervento nelle aree del paese con la maggiore incidenza, per cercare di arrestare l’ulteriore diffusione della malattia. Sono stati inviati oltre 40 tonnellate di aiuti di prima necessità come medicine, kit per malattie diarroiche, sali per la reidratazione orale e fluidi per terapie endovenose per le cure di oltre 50.000 pazienti; viene inoltre distribuita acqua potabile clorurata e si sta investendo sulla bonifica dei pozzi, dei punti per il rifornimento delle cisterne d’acqua e dei serbatoi, ma non basta.

Sempre più famiglie stanno ricevendo le informazioni di base sulle pratiche igieniche e sono state fornite loro pastiglie per il trattamento delle acque e kit igienici contenenti saponi e detersivi in polvere.

«L’epidemia di colera sta peggiorando la situazione già durissima per l’infanzia yemenita. Molti dei bambini morti a causa della malattia erano anche affetti da malnutrizione acuta», aggiunge Relaño. «Oggi la vita per i bambini dello Yemen è una lotta disperata per la sopravvivenza. Colera, malnutrizione e guerra suonano quasi come una condanna a morte».

I fondi necessari per i prossimi 6 mesi ammontano a 66,7 milioni di dollari, ma Unicef dichiara che il bisogno urgente è quello di aumentare il numero degli operatori umanitari nelle aree in cui l’accesso è reso più difficile dal protrarsi del conflitto.

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