“Gülenista”. A essere raggiunto dall’etichetta che va per la maggiore in Turchia ora è toccato anche a Taner Kiliç, presidente di Amnesty International Turchia, arrestato all’alba di ieri, 6 giugno, a Smirne insieme ad altri 22 avvocati. L’accusa è la solita: legami col movimento guidato da Fethullah Gülen, sospettato di aver ideato il fallito colpo di stato del luglio 2016. Taner Kiliç ha fatto parte del direttivo di Amnesty International Turchia per vari periodi di tempo a partire dal 2002 ed è stato eletto presidente nel 2014. Tanto come avvocato che come attivista e militante, si è sempre fatto stimare per l’incessante impegno in favore dei diritti umani.
Attualmente, non è chiaro quale fatto specifico sia addebitato ai 23 avvocati. Il mandato d’arresto fa riferimento a un’indagine su presunti membri della cosiddetta “Organizzazione terroristica di Fethullah Gülen”. Una tesi risibile, per chi conosce Taner Kiliç e considerate le dure critiche che egli ha riservato al ruolo di Gülen nella società turca.
Nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, sapremo qualcosa sul destino che attende Taner Kiliç e gli altri 22 suoi colleghi. La legge turca prevede infatti un massimo di 14 giorni per chiudere le indagini preliminari e disporre l’incriminazione o il rilascio di una persona arrestata.