Di Pino Salerno
Ballottaggio in molti dei 21 capoluoghi di provincia e 4 capoluoghi di regione al voto: la gran parte dei sindaci delle grandi città saranno con ogni probabilità eletti il prossimo 25 giugno. Sicura sembra solo – stando alle proiezioni e ai primissimi dati – la riconferma di Leoluca Orlando, nuovamente sindaco di Palermo anche dal momento che la legge elettorale siciliana ha abbassato al 40 per cento il quorum per essere eletti al primo turno.
Due dati emergono: fuori i 5stelle dai ballottaggi e il primato del centrodestra in moltissimi centri
Il dato politico più rilevante riguarda il Movimento Cinque Stelle che sarebbe invece fuori da tutti i ballottaggi nelle grandi città, Genova, Palermo, Parma e l’Aquila: potrebbe riuscire a concorrere solo a Taranto. Con i Cinque Stelle tagliati fuori, a sorridere è soprattutto il centrodestra che torna a vincere in molti centri e nei ballottaggi ad affermarsi come diretto avversario del Pd e dei suoi alleati. Il caso più drammatico per la sinistra e più evidente della rimonta del centrodestra tra tutti i Comuni chiamati alle urne è il risultato di Genova, storica roccaforte di sinistra, dove, al di là dell’affluenza che ha toccato uno scarso 48%, Marco Bucci, sostenuto da tutti i ‘pezzi’ del vecchio Pdl con la Lega Nord è in netto vantaggio.
Un centrodestra, tuttavia, molto diverso da quello rappresentato in Parlamento. Lega e Forza Italia sono partiti alleati in molti comuni, ma a livello nazionale Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sembrano destinati a non incontrarsi. Una anomalia per Salvini che ha sottolineato come, anziché battersi con la Lega per un sistema maggioritario che rendesse possibile la vittoria dell’asse FI-Lega alle politiche, preferisce fare un patto sul proporzionale con Renzi. Una alleanza a livello nazionale, anche con un sistema elettorale proporzionale – spiega Salvini – non è esclusa, ma la condizione necessaria è che ci sia un programma comune, che ad oggi manca. A Genova i Cinque Stelle hanno pagato il caso Cassimatis, la candidata scelta dalla base con le ‘comunarie’ alla quale Beppe Grillo ha tolto il simbolo preferendole Luca Pirondini, oggi terzo dietro al candidato di centrosinistra, Gianni Crivello, e a quello di centrodestra, Marco Bucci, rispettivamente con il 34 e il 32%. Una sconfitta ‘politica’ per Grillo che nella ‘sua’ città contava di arrivare almeno al ballottaggio.
La sintesi dei comuni capoluogo, basata sulle proiezioni
A L’Aquila è in vantaggio il candidato del centrosinistra che tuttavia sarebbe costretto al ballottaggio. Questo il dettaglio nelle grandi città: GENOVA ballottaggio centrodestra-centrosinistra PALERMO probabile riconferma Leoluca Orlando VERONA situazione incerta: i candidati di centrosinistra, di centrodestra e Patrizia Bisinella, compagna del sindaco uscente Flavio Tosi, avrebbero percentuali di voto molto vicine. PARMA ballottaggio sindaco uscente Pizzarotti-centrosinistra L’AQUILA ballottaggio centrosinistra-centrodestra CATANZARO ballottaggio centrosinistra-centrodestra TARANTO la sfida è aperta, in quattro sono per ora in corsa per raggiungere il ballottaggio MONZA ballottaggio centrosinistra-centrodestra PADOVA ballottaggio centrosinistra-centrodestra LECCE ballottaggio centrosinistra-centrodestra Complessivamente, su 25 capoluoghi al voto, 15 erano guidati da giunte di centrosinistra, 5 dal centrodestra (Trapani, Frosinone, Catanzaro, Gorizia, Lecce) 2 erano in mano a commissari (Lodi e Padova), e poi ci sono le situazioni di Parma, con Federico Pizzarotti che ha rotto clamorosamente con i Cinque Stelle; di Verona, dove Flavio Tosi, grande ex del Carroccio, non si è ricandidato perché ha ultimato il secondo mandato e di Leoluca Orlando, candidato di un cartello di centrosinistra che si è presentato senza simboli di partiti.
A Rignano verso conferma del sindaco Lorenzini, candidato contro il Pd
Lo spoglio non è ancora definitivo ma il risultato sembra ormai scontato. Il sindaco di Rignano sull’Arno (Firenze) Daniele Lorenzini, alla testa della lista civica Insieme per Rignano, va verso la conferma alla guida del paese che ha dato i natali al segretario del Pd Matteo Renzi. Lorenzini, che nel 2012 era stato eletto dal Pd, a tre quarti dello scrutinio ha ottenuto 1.287 voti contro i 781 raccolti dalla candidata dei democratici, Eva Uccella. La tendenza dovrebbe essere confermata e la scelta di Lorenzini di andare contro il suo vecchio partito e contro Tiziano Renzi, segretario del circolo anche se attualmente autosospeso, ha dato i suoi frutti.