Da qualche giorno ci dicono che la nostra legge elettorale sarà una falsariga del modello tedesco. Tenuto conto che discreta parte degli elettori italiani ignora in toto i criteri con i quali ha eletto i suoi governi fin dal 18 aprile ’48 (oggi, su 50milioni di elettori assai meno della metà conosce almeno la differenza tra capo di Governo e capo di Stato), è chiaro quanto dunque possa capire il popolo italiano del “modello tedesco” (!) che i tedeschi, a seguito del (loro) ’48 sono riusciti a costruire e mantenere unificando il popolo almeno nel momento in cui gli si chiede scientemente di eleggere il suo leader secondo due criteri fondamentali: Costituzione e Grande Coalizione. Ovvero: primo voto per il soggetto (leader) che meglio dimostra coerenza per i dettami costituzionali, secondo voto per quel partito che meglio fornisce impulsi per poter lavorare con quel leader e perciò con lui coalizzarsi. Stante il successo Merkel (e quelli prima di lei) possiamo affermare che la maggioranza dell’elettorato tedesco è consapevole su chi e cosa votare, visto che raggiunge l’obiettivo.
Siccome noi, in proprio, non siamo capaci di costruire “qualcosa” e men che meno “qualcuno” oltre il ridiculum (mattarellum porcellum rosatellum & affinum), ecco che scegliamo di copincollare a caso, qua e là, senza ordine preciso da qualcun altro. Perché il modello tedesco? Perché noi quanto a “Verfassung” abbiamo lapiùbelladelmondo più che sufficiente per lingua e orecchi. Quanto a “Große Koalition” da sempre lo traduciamo in Grande Inciucio più che sufficiente per tutto il resto del corpo, cervello compreso.