“Il fatto che mio fratello abbia studiato a Trento con Renato Curcio non significa che lui approvasse le azioni delle Brigate Rosse. Anzi. Mauro era contro la violenza. Quando è stato ucciso Aldo Moro ha pianto”. “Mio padre era tutto fuorché un eroe. La definizione di eroe per caso gli si attaglia perfettamente. Da giovane aveva fatto il professore, poi era passato al giornalismo. Quand’ero ragazzo, mi disse: non fare il professore nè il giornalista”.
Il ricordo della sorella di Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia nel 1988 in Sicilia, e quello del figlio di Carlo Casalegno, assassinato dalle Brigate Rosse nel 1977 a Torino, sono stati fra i momenti più emozionanti della decima Giornata del ricordo delle vittime di mafia e terrorismo, organizzata dall’Unione Cronisti, dalla Subalpina, dall’Ordine regionale dei giornalisti al Circolo della stampa del capoluogo piemontese, in occasione della Giornata mondiale della libertà di informazione. Rostagno è stato ricordato dai giornalisti sotto la sua casa natale, Casalegno davanti alla sua abitazione, nel punto dove quarant’anni fa è stato colpito dai terroristi.
“Non esiste una gerarchia delle vittime – ha detto Beppe Giulietti, presidente della Fnsi -, dobbiamo metterle una a fianco dell’altra non guardando al passato ma al futuro. Dobbiamo usare la memoria per chi c’è, per chi ci sarà. Dobbiamo parlare del passato per costruire percorsi di futuro”.
Giulietti ha poi rilanciato il tema della scorta mediatica: “Se un cronista viene minacciato, adottiamo le sue inchieste, illuminiamo le zone della criminalità e del malaffare. Le istituzioni devono varare una Carta dei diritti fondamentali dei giornalisti rivolta soprattutto a coloro che vivono ai margini della professione, fuori dalle grandi testate editoriali”. E ha ricordato i tanti giornalisti in carcere nel mondo, “non solo in Turchia”.
Alla giornata hanno partecipato fra gli altri il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il segretario dell’Assostampa Subalpina Stefano Tallia, il presidente dell’Unione cronisti Alessandro Galimberti, il suo vice Leone Zingales, il presidente della Casagit Daniele Cerrato, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte Alberto Sinigaglia, oltre ai familiari di alcuni dei giornalisti caduti.