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“Le Ong fanno un lavoro meritorio ma chi commette abusi verrà perseguito”. Più di questo il procuratore aggiunto di Trapani Amborio Cartosio non ha voluto aggiungere già da quando giorni addietro si è aperto il caso Catania per le dichiarazioni del procuratore Carmelo Zuccaro.
Il capo della procura etnea è stato sentito in Parlamento dalla commissione difesa, ed ha confermato l’esistenza di una indagine che però per andare avanti ha bisogno di nuove corsie legislative. Ma rispetto a Catania appare in fase maggiormente avanzata l’indagine che da circa un anno viene condotta dalla Procura di Trapani. Una indagine avviata dopo una operazione in mare della nave della Ong sotto inchiesta, che sarebbe entrata in azione senza aver ricevuto un Sos e neppure una richiesta di intervento da parte delle autorità italiane. C’è già una iscrizione nel registro degli indagati per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. «Le Ong – aveva detto il procuratore Cartosio intervistato qualche giorno addietro dalla trasmissione Rai Agorà – hanno necessariamente un proprio codice etico che prescinde dalla legislazione nazionale dei singoli Stati in cui operano. Hanno necessità di muoversi liberamente in acque internazionali e ci sono Paesi in cui il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è reato, come l’Italia, altri in cui non lo è. Non c’ dubbio che una persona può muoversi per spirito umanitario ma può per questa regione commettere un reato. Noi facciamo i magistrati. Possiamo capire umanamente un determinato comportamento ma se c’è una legge dobbiamo applicarla». «Rimangono interrogativi sul business dell’accoglienza che non è tutto spirito umanitario – aveva aggiunto Cartosio – In un territorio ad alta densità mafiosa dobbiamo stare attenti che non ci sia l’infiltrazione della mafia in questo affare».
A Trapani è la Squadra Mobile ad occuparsi dell’indagine, l’ipotesi di reato è “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” a coordinarla è il sostituto procuratore Andrea Tarondo. Rilevanti i racconti di alcuni scafisti ma anche quelli fatti da alcuni migranti: avrebbero riferito di soccorsi “nei pressi dei limiti delle acque territoriali libiche. Un migrante costretto a fare lo scafista ha raccontato di aver visto arrivare la nave dei soccorsi poco dopo l’allontanamento dell’uomo che sino ad allora aveva condotto l’imbarcazione. L’Ong sotto inchiesta a Trapani non sembra essere quella maltese della quale si è fatto cenno in questi giorni. Pare essere una Ong che ha sede nel nord Europa ma con le navi sempre in azione nel Mediterraneo al limite delle acque territoriali libiche, di fronte ai porti di Sabrata e Zuara. La cosa clamorosa pare essere anche un’altra: ad occuparsi delle indagini sono appena quattro investigatori della Squadra Mobile, quelli che si occupano di immigrazione clandestina. Il clamore di queste ore si spera porti il Governo a rinforzare posti di frontiera come quello di Trapani. Un tema che molto probabilmente verrà messo in evidenza dai pm trapanesi appena ieri convocati davanti alla commissione Difesa del Senato.
La Procura di Trapani da tempo si occupa del “marcio” che gira attorno al business dell’accoglienza, e l’anno scorso il procuratore Marcello Viola, ora procuratore generale a Firenze, assieme ad altri magistrati era stato sentito dalla commissione parlamentare d’inchiesta sull’accoglienza degli immigrati, e una parte di quella audizione è stata secretata. Una indagine che ha raccolto diversi elementi, il più clamoroso quello che durante la perquisizione in un centro di accoglienza nel marsalese furono rinvenuti due abbonamenti per la tribuna vip del pluriblasonato Juventus stadium di Torino. Abbonamenti acquistati con i soldi destinati all’accoglienza, “per far divertire gli immigrati in attesa dello status di rifugiato”, ma a quanto pare mai nessun immigrato avrebbe utilizzato quegli abbonamenti, qualcun’altro , niente affatto immigrato, invece si. Forse una distrazione per il troppo peso di occuparsi di clandestini.
