“Basta che si incuta timore” scrive la Corte. Nel 2008 Antonello Norscia ricevette una chiamata per un suo articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno
Per incorrere nel reato di minaccia non occorre che ci sia stata concretamente la lesione di un bene, è sufficiente che “si incuta timore nel soggetto passivo, menomandone la sfera della libertà morale”: con questa motivazione la Corte di Cassazione – con sentenza 22710 del 29 marzo 2017 – ha confermato la condanna di Antonio Piazzolla a cento euro di multa e 300 di spese legali quale autore di una minaccia telefonica ad Antonello Norscia, avvocato e giornalista pubblicista, collaboratore de La Gazzetta del Mezzogiorno. Piazzolla fu condannato il 16 luglio 2014 in primo grado dal giudice di pace di Trani. Il 10 febbraio 2016 la sentenza fu confermata dal Tribunale. Per la condanna definitiva ci sono voluti undici anni.
L’11 aprile 2008 Norscia aveva pubblicato un articolo su una vicenda giudiziaria che riguardava la moglie di Piazzolla, Questi il giornalista o dopo chiamò al telefono Norscia dicendogli: “Devi stare attento professionalmente, anzi incontriamoci da soli”. Norscia presentò subito denuncia alla Procura.
“Non bisogna mai tacere di fronte a qualunque forma d’intimidazione, anche lieve. Bisogna sempre denunciare”, ha commentato Norscia con Ossigeno.
GM