Crediamo che non serva un aumento di truppe in Afghanistan ma semmai una politica più attiva nella cooperazione civile, la cui spesa è attualmente ben al di sotto della spesa militare, e un impegno serio per un negoziato di pace. Ci auguriamo dunque non solo che l’Italia non aderisca alla richiesta dell’Amministrazione Trump, ma che si opponga al cambio di strategia che potrebbe essere proposto e che si tradurrebbe in una maggior autonomia militare dal governo afgano con un maggior numero di raid aerei di cui gli Stati Uniti hanno dato prova con il lancio della bomba Gbu-43 – Moab del peso di 11 tonnellate, dagli effetti devastanti e di cui non si è finora potuto compiere alcuna verifica indipendente. Un’operazione duramente condannata anche da Papa Francesco lo scorso 6 maggio («…la mamma dà vita, le bombe danno morte…») davanti a migliaia di studenti accolti in Vaticano in conclusione del Meeting delle Scuole per la pace.
