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L’Enciclica dell’Ilva

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La chiarezza è la grazia del pensiero. E Papa Bergoglio l’ha mostrata parlando agli operai dell’Ilva.  Doveva e voleva arrivare a tutti, con concetti essenziali su lavoro, dignità, democrazia. E indicare il grande nemico dell’uomo: la speculazione. Che non è guadagno lecito, ma abuso di profitto, che genera povertà diffusa. Ci voleva qualcuno che dicesse con chiarezza che non è da velleitari battersi per la dignità del lavoro, quando persino il più grande partito della sinistra fa di tutto per svalutarlo. Ci voleva qualcuno che rivalutasse la fatica del lavoro, che non può essere gravata anche dall’ansia di perderlo.

Parole importanti, in questo tempo dove il caporalato urbano dei voucher da eccezione viene sdoganato come “contratto”. Dove gli imprenditori sono incentivati a non assumere altri addetti a tempo indeterminato, così se restano entro la soglia dei cinque lavoratori fissi, possono “precariare” tutti gli altri. Bene ha fatto chi nel PD si sente ancora dalla parte dei lavoratori a rifiutarsi di votare questa indecenza. E bene ha fatto il Papa a battere sul dente dell’attualità sociale, senza paura di essere accusato di essere “comunista”.
Ora i partiti devono riflettere sull’ “Enciclica dell’Ilva”.
Ora noi elettori dobbiamo scegliere da che parte stare: o con chi fatica o con chi specula.

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