“Una strage semplice” è il titolo dell’ultimo saggio di Nando dalla Chiesa, professore di sociologia a Milano, scrittore, presidente onorario di “Libera”, protagonista da anni dell’impegno civile contro la criminalità e il malaffare. Il saggio, edito da Melampo e in libreria in questi giorni, è una ricostruzione documentata come raramente accade del contesto in cui avvennero le stragi mafiose del 1992 ed è incentrata sulla figura di Giovanni Falcone.
Come spiega lo stesso autore, quella strage “ vide convergere Sud e Nord, economia e politica. Prese la rincorsa all’inizio degli anni Ottanta per conto della maia palermitana e giunse all’appuntamento di dieci anni dopo in rappresentanza delle paure e ostilità di un intero sistema illegale.” Come spiega dettagliatamente Dalla Chiesa, fu questa “convergenza” a segnare la sorte di Falcone e Borsellino, a pochi mesi dall’esplosione dell’inchiesta “Mani pulite”. Fu l’incubo che il giudice più odiato da Cosa Nostra potesse guidare una struttura nazionale di indagini, da lui ideata, e colpire i crescenti rapporti tra gruppi imprenditoriali d’avventura e capitalismo mafioso; tra mafia e appalti, tra criminalità finanziaria e complicità politiche.
Questo libro vuole ricostruire il contesto evidente in cui tutto accadde e ricordare a chi c’era che l’inarrestabile destino fu in realtà il frutto di una lunga opera collettiva. E’ un libro basato sulla memoria, anche personale, dell’autore, e sulla logica della ricostruzione dei tasselli di un quadro d’insieme sociale, politico ed economico che andava in un’unica tragica direzione. Un testo coraggioso, che ripercorre punto per punto fatti, personaggi, testimonianze a volte ignorate e spesso dimenticate, perché l’Italia è un paese dalla memoria corta, in buonafede e in malafede, ma è così. E invece, come scriveva Kundera, la lotta dell’uomo contro il potere è sempre la lotta della memoria contro l’oblio. “Una strage semplice”, è un libro che combatte l’oblio e porta un contributo di verità e di memoria.