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La prima reazione politica al fallimento del G7 di Taormina: Angela Merkel ridisegna il destino dell’Europa

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L’Europa non può più fare affidamento sui suoi alleati sostiene la cancelliera tedesca Angela Merkel di rientro dal G7 di Taormina. “I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni”, ha spiegato la cancelliera in un discorso tenuto in occasione di una manifestazione politica organizzata dal partito cristiano sociale bavarese (Csu) in un tendone-birreria a Monaco di Baviera. “E questo è il motivo per cui posso solo dire che noi europei dobbiamo davvero portare il nostro destino nelle nostre mani”, ha aggiunto.

Il riferimento, senza mai nominarlo, è al presidente americano Donald Trump che prima a Bruxelles al vertice Nato e poi a Taormina ha criticato i principali alleati dell’Alleanza atlantica e ha rifiutato di approvare l’impegno all’accordo globale sul cambiamento climatico. Ribadendo l’amicizia con gli Stati Uniti, con il Regno Unito e “come buoni vicini, laddove sia possibile, anche con altri Paesi compresa la Russia”, Merkel ha però annunciato l’addio della fiducia tedesca negli Stati Uniti. “Dobbiamo sapere che dobbiamo lottare noi stessi per il nostro futuro e il nostro destino di europei”, ha infatti dichiarato.

La Frankfurter Allgemeine Zeitung ha riferito di un “piano ambizioso” della cancelliera per avere un’Unione europea politicamente ed economicamente più forte e indipendente. Un piano basato su tre pilastri: la questione dei profughi, con la conseguente stabilizzazione della Libia; una politica di difesa comune più indipendente, con il via libera al ministro della Difesa Ursula von der Leyen di sostenere una maggiore cooperazione tra gli eserciti europei; e infine il futuro dell’Unione economica e monetaria. “Noi europei dobbiamo veramente prendere il nostro destino nelle nostre mani – ha aggiunto – dobbiamo lottare per il nostro destino”. Al termine del G7, Merkel aveva definito “molto difficili, per non dire insoddisfacenti” i risultati dei colloqui tenuti da “sei contro uno”, dove uno era il presidente americano Donald Trump.

Da jobsnews


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