Ci siamo ritrovati in tante e tanti davanti Montecitorio per leggere insieme, accompagnati dalla musica del jazzista Nicola Alesini, i nomi di giornaliste e giornalisti che riempiono le carceri turche. Un riconoscimento alla dignità delle persone costrette al silenzio, che abbiamo voluto dedicare a Valentino Parlato, grande maestro di giornalismo prima di tutto e pensatore libero, che ci ha lasciato proprio questa mattina: siamo certi che avrebbe condiviso.
I numeri di quella, che comunemente è definita la più grande prigione per giornalisti nel mondo, parlano da soli: 203 tra operatori dei media, vignettisti, scrittori e documentaristi detenuti, un altro centinaio sono ricercati, anche con accuse gravi come la complicità con il terrorismo; 150 i media sequestrati, tra quotidiani, radio tv, riviste, siti, una trentina i gruppi editoriali costretti a chiudere. Una condizione purtroppo comune in Turchia a migliaia di altre persone, magistrati, avvocati, professori universitari, poliziotti, semplici dipendenti pubblici, rei in gran parte di aver solo espresso dissenso per la politica repressiva e autocratica del presidente Erdogan.
Una situazione gravissima, che l’iniziativa di oggi ha portato all’attenzione delle istituzioni europee e italiane: una delegazione della rete #NoBavaglioTurco, di cui fa parte Articolo21 insieme ad Amnesty Italia, Fnsi, UsigRai, Odg Lazio, Pressing NoBavaglio, Arci, Carta di Roma, Ucsi, Adif, GiornaleRadio Sociale e tanti altri, è stata ricevuta dai presidenti di Camera e Senato, ai quali è stato consegnata la lista dei reporter e delle testate sotto attacco e il testo della risoluzione approvata all’unanimità dal Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) che, alla vigilia della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, “ribadisce la propria solidarietà agli oltre 150 giornalisti e operatori dei media detenuti in Turchia”.
“Grazie di aver manifestato davanti a Montecitorio – ha detto Laura Boldrini – un luogo istituzionale che deve acquisire consapevolezza per fare pressione sulla Turchia. In quel Paese la situazione della libertà si stampa è ormai inaccettabile”, ha aggiunto la presidente della Camera, concludendo: “Dobbiamo tutti assieme riaffermare il principio che l’informazione libera è il fondamento di una società democratica: chi ha poco rispetto per il dissenso finisce per mettere in galera i giornalisti. L’Europa non può ignorare questa situazione”.
Da parte sua, il Presidente del Senato Pietro Grasso ha ricordato che “il diritto all’informazione è la premessa per l’esercizio delle libertà democratiche e deve essere oggetto di tutela ovunque nel mondo. Lo Stato di diritto – ha concluso – richiede che le esigenze di sicurezza non prevalgano sui diritti fondamentali dei cittadini e sul diritto di espressione”.
Da parte nostra ringraziamo anche i numerosi parlamentari che hanno voluto partecipare al presidio, impegnandosi a portare all’interno delle istituzioni la richiesta di intervento sul governo di Ankara.