Questa mattina nell’iniziativa dell’Unione Nazionale Cronisti per la 10a giornata della memoria sui cronisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo, che si è svolta a Torino, intervenendo ho fatto una dichiarazione che forse può interessare le agenzie, Articolo 21, i nostri siti web e la Fnsi. L’Ansa era presente e credo coprirà localmente e in chiave nazionale la cosa ma le altre agenzie non lo so.
Intervenendo, alla presenza dei vertici della categoria, tra i quali Giuseppe Giulietti presidente Fnsi, ho detto:
Vorrei che sul tema della memoria dei colleghi uccisi da mafie e terrorismo la Fondazione Murialdi si impegnasse a editare un libro per raccontare, attraverso le testimonianze dei colleghi che hanno lavorato con loro, con le nostre vittime della violenza di qualsiasi segno, la loro vita professionale. In questo momento oltre alla presidenza della Casagit ho anche la responsabilità della Fondazione sul Giornalismo Paolo Murialdi, incarico a rotazione tra i presidenti degli enti che hanno dato vita alla Fondazione stessa. Dobbiamo poter dare memoria alla storia di un giornalismo, ieri come oggi, indispensabile per la vita democratica. Testimoniare la nostra storia non è solo piangere colleghi caduti facendo il proprio dovere o ricordare quanti e quante vivono sotto minacce o sotto scorta. È soprattutto non perdere il segno di una professione che, in tanti modi, continua a essere minacciata. Non va dimenticato che i tentativi che il nostro sindacato fa per tornare a discutere del Contatto di lavoro riguardano anche la sicurezza di quanti, precari e mal pagati, rischiano di diventare facili bersagli proprio perché sostanzialmente invisibili. Il Web, per giunta, aiuta a individuarli e li rende ancora più esposti. Dobbiamo raccontare in un libro le esperienze di chi ha pagato con la vita, o ha subito ferite, per capire cosa voglia dire fare i cronisti consapevoli del ruolo e dei doveri che questo mestiere comporta. Porterò questa proposta al primo consiglio d’amministrazione della Fondazione Murialdi per renderla, al più presto, operativa. Ricordare chi è caduto può tutelare chi di noi oggi rischia di essere isolato e colpito.