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Diritti umani, il relatore Onu in Italia Forst: stop ad affermazioni governo contro ong

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Garantire sostegno ai difensori e alle difensore dei diritti umani, oggi più che mai sotto attacco di regimi che mal sopportano la loro coraggiosa azione di denuncia.
E’ quanto chiesto dal relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani Michel Forst che ieri era ospite della Federazione nazionale della stampa per la conferenza promossa dalla rete “In difesa di”.
Il rappresentante dell’Onu ha anche rivolto un appello ai politici italiani ed europei a non fare affermazioni contro le organizzazioni non governative che ogni giorno sono al lavoro per salvare vite umane.
“In Italia e nel resto d’Europa – ha sottolineato Forst – si assiste sempre più ad attacchi rivolti contro i difensori e le difensore dei diritti umani, soprattutto a chi si occupa dei diritti dei migranti e a chi salva vite in mare. Questi difensori e difensore vengono criminalizzati e sono oggetto di campagne di diffamazione. I rappresentanti dello Stato forse non si rendono conto delle conseguenze delle loro parole”.
Michel Forst ricopre l’importante incarico al Palazzo di vetro dal giugno 2014. È stato direttore generale di Amnesty International Francia e della Lega contro il cancro (Ligue contre le cancer). E’ stato, inoltre, a capo del settore “Scienze umane e sociali” dell’Unesco.
Tra il 2005 e il 2006 è stato segretario generale dell’istituto francese di protezione e promozione dei diritti umani ed è stato tra i membri fondatori di International Service for Human Rights e Front Line Defenders.
La tappa a Roma è solo uno degli appuntamenti previsti dalla sua visita in Italia, iniziata con il Festival dei diritti umani a Milano e che si è concluso con un’audizione in Senato e vari incontri istituzionali.
A tutti ha ribadito l’importanza di considerare che le organizzazioni della società civile hanno come obiettivo salvare delle vite umane con tutti i mezzi possibili, inclusi a volte i mezzi illegali.
“Mi piacerebbe vedere da parte dell’Italia una posizione ben definita su questo e prese di posizione a sostegno delle attività di protezione delle vite umane” ha detto nel corso dell’incontro in Commissione straordinaria diritti umani a Palazzo Madama.
Il problema, ha sottolineato Forta, non riguarda solo l’Europa. “E’ impressionante – ha aggiunto – vedere come l’Australia tratti i migranti. Non li accetti, li discrimini, li releghi in alcune aree. La situazione dei difensori dei diritti umani è drammatica. E’ stata approvata una legge che prevede il carcere fino a due anni per chi garantisce supporto ai migranti”.
Forst è nel nostro paese per sostenere il progetto di “In difesa di”, una coalizione di oltre 30 organizzazioni, associazioni, ong attive su temi quali diritti umani e civili, ambiente, solidarietà internazionale, pace e disarmo, diritti dei lavoratori, la libertà di stampa e lo stato di diritto.
Articolo 21 ha aderito alla rete sin dall’inizio ma fanno parte del comitato promotore anche AIDOS, Amnesty International Italia, AOI, ARCI, ARCS, Associazione Antigone, Associazione Articolo 21, Centro di Ateneo per i Diritti Umani – Università di Padova, Centro Studi Difesa Civile, CISDA, Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili, Comune-info, CGIL, Comitato Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, COSPE, Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, Giuristi Democratici, Greenpeace Italia, Legambiente, Libera-Associazione Nomi e Numeri contro le mafie, Non c’è Pace senza Giustizia, Operazione Colomba – Comunità Papa Giovanni XXIII, Radicali Italiani, Rete per la Pace, Terra Nuova, Peace Brigades International – Italia, Progetto Endangered Lawyers/Avvocati Minacciati, Unione Camere Penali Italiane, Un ponte per…, Yaku.
“Abbiamo deciso di unire le nostre forze e le nostre competenze, per rafforzarci reciprocamente, aprire nel Paese uno spazio di riflessione e d’azione sui difensori e le difensore dei diritti umani, e chiedere al Governo, al Parlamento e agli enti locali di fare la loro parte. Una scelta urgente e necessaria, nata dal nostro lavoro quotidiano, che ci porta spesso a confrontarci con situazioni e casi nei quali i nostri partner, alleati, interlocutori rischiano la propria libertà o la vita” ha sottolineato Francesco Martone.
La piattaforma di “In difesa di” chiede al Governo e al Ministero degli Affari Esteri che, alla stregua di quanto fatto da altri Paesi membri dell’Unione Europea, vengano elaborati e messi in atto protocolli chiari e trasparenti per il personale diplomatico italiano in Paesi terzi. Che venga cioè dato seguito alle direttive UE in tema di protezione e accompagnamento dei difensori e difensore dei diritti umani, che prevedono modalità di monitoraggio e sensibilizzazione a sostegno di chi viene perseguitato, minacciato, accusato ingiustamente, sottoposto a processi arbitrari, o incarcerato.
Come evidenziato anche nel ‘manifesto’ della rete, le rappresentanze diplomatiche di alcuni Paesi UE già lo fanno, con missioni di campo, incontrando gli attivisti e le attiviste, seguendo come osservatori i loro processi, o rappresentando la propria preoccupazione sulle loro sorti a livello ufficiale e informale con le autorità di governo. Alcuni Paesi hanno procedure specifiche di concessione di visti temporanei per permettere, a difensori e difensore o alle loro famiglie, di lasciare temporaneamente il proprio Paese qualora ne facessero richiesta, e trovare accoglienza e assistenza presso alloggi protetti forniti da enti locali con il sostegno di organizzazioni della società civile.
“In difesa di” si propone da pungolo su questi temi nei confronti delle istituzioni affinché anche l’Italia si adegui agli standard internazionali.
E noi di Articolo 21 sosterremo convintamente ogni iniziativa finalizzata a centrare questo obiettivo.


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