Per la senatrice il provvedimento consente di raggiungere qualche risultato, nonostante resti la pena detentiva
Lo stralcio deciso di recente dalla Commissione Giustizia del Senato al disegno di legge sulla diffamazione, che è all’esame dal Parlamento dal 2013, offre la speranza di risolvere prima della fine della legislatura quantomeno alcuni dei problemi che è necessario affrontare: è la conclusione tirata dalla senatrice Rosaria Capacchione (Pd).
Se questo disegno di legge stralcio sarà approvato, spiega ad Ossigeno Capacchione, “entreranno in vigore almeno alcune misure utili” per tutelare la professione giornalistica. Fra queste: le sanzioni a chi promuove in modo temerario querele e cause per diffamazione e l’estensione ai pubblicisti del segreto sulle fonti fiduciarie. Problemi che Capacchione conosce bene, in quanto giornalista per molti anni in prima linea sul fronte della cronaca, delle notizie più delicate di nera e giudiziaria, finita sotto scorta perché lo scrupolo con cui seguiva i processi la fece entrare nel mirino dei clan camorristici.
La senatrice ha numerose riserve sul disegno di legge completo, quello da cui è stato ricavato lo stralcio, che è il frutto di ripetute revisioni del Senato e della Camera. “Credo che quel disegno di legge andrebbe riscritto completamente”, dice. Esso nacque con lo scopo primario di abolire la pena carceraria: una misura che con lo stralcio al momento viene messa da parte. È un obiettivo importante e che la trova d’accordo, ma afferma invece di essere “assolutamente contraria a come viene regolata la disciplina della rettifica, che non offre possibilità di replica”, costringendo quindi le testate a pubblicare quanto venisse richiesto senza neppure poter puntualizzare i fatti di fronte ad affermazioni false in tutto o in parte.
MF