Il fondamentalismo ha bisogno di un alleato potente per la sua guerra all’Europa: la xenofobia. Una sostanza chimica che corrode la fiducia tra nativi e immigrati, che si costruisce con fatica e tempo. Lanciare un camion tra la i passanti – come è avvenuto anche a Stoccolma – è un ottimo modo per far riemergere la diffidenza latente del diverso. Perché la paura offusca la lucidità, quella che serve per distinguere la maggioranza degli immigrati integrati dai “lupi solitari” che uccidono. Che li fa diventare tutti nemici. Tutti invasori. Tutti assassini. Il giornale Libero è l’esempio eclatante del panico che si trasforma in xenofobia. Titola: Noi li ospitiamo, loro ci uccidono”, mischiando responsabili e innocenti, pur di semplificare.
Trovare il capro espiatorio è un rito antico e crudelmente efficace per sedare le angosce collettive. Oggi accade la stessa cosa dopo un attentato, con accuse indistinte e diffuse contro tutti gli immigrati. Un’ingiustizia verso persone innocenti che favorisce molto il reclutamento jihadista degli incerti. Chi si sente considerato un nemico senza motivo, trova proprio in questo pregiudizio la spinta per diventarlo davvero.
Mantenere – nonostante questi atroci stragi urbane – alto l’impegno per l’integrazione è invece il vero anticorpo per prevenire la creazione di “lupi solitari”. Mettendo in conto che anche nel sistema più accorto di accoglienza, ci sarà sempre un criminale che sublima il proprio odio in religione. E vede la morte come la parte migliore della propria vita.
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