“Come si fermano le guerre? Noi non lo sappiamo. Per noi resta un mistero senza soluzione, un quesito irrisolto. Ma ponendoci questa domanda abbiamo capito che si possono fare molte cose. Ampliare il nostro sguardo sul mondo. Non cercare di giustificare il non far niente. Non coprirsi dietro alla mancanza di mezzi. Contrastare la guerra a tutti i costi. Impegnarsi per fare la pace a tutti i costi. Bloccare il commercio delle armi. Proporre negoziati. Sensibilizzare i capi di stato e di governo. Dare voce al dolore della gente che soffre a causa della guerra. Cercare di entrare in contatto con le vittime della guerra. Aiutare chi fugge dalla guerra. Cercar di capire la complessità della guerra, le cause delle guerre, come nascono le guerre, gli interessi di chi guadagna dalla guerra, i costruttori di armi, i commerci di armi, i flussi di denaro. Capire e criticare la cultura della guerra. Costruire una cultura della pace con la formazione e l’informazione. Utilizzare i media per capire cosa sta succedendo nel mondo. Dare più spazio alla pace nei notiziari. Per le notizie cattive c’è sempre spazio. La pace non viene mai promossa. Fare attenzione a non sprofondare nella retorica quando si parla di pace. Investire sull’educazione alla pace dei popoli. Inserire nei programmi scolastici un’ora di pace per capire cosa succede nel mondo. Farci carico della pace. Fare attenzione alle parole che usiamo perché possono uccidere come le armi. Modificare il nostro agire quotidiano. Trasformare i giochi di guerra in giochi di pace.”
Sono alcune delle tantissime idee e proposte avanzate dai 130 ragazzi e ragazze di terza media dell’Istituto “Pacifico Valussi” di Udine che ieri, 19 aprile 2017, hanno dato vita ad un originale laboratorio di pace.
Al centro dei lavori una delle domande più urgenti e difficili dei nostri giorni: Cosa si deve fare per fermare la guerra in Siria, in Afghanistan, in Libia, in Yemen e nel resto del mondo?
Dopo alcuni mesi di studio e lavoro in classe, gli studenti hanno presentato le riflessioni emerse e si sono confrontati con Loredana Panariti, Assessore allIstruzione della Regione Friuli Venezia Giulia; Federico
Il laboratorio si è concluso con un flash mob dei ragazzi che hanno lanciato un accorato appello affinché il mondo metta fine a tutte le guerre e tutti si impegnino nella costruzione della pace. “Pace, hanno detto, è non aver bisogno di un Nobel per la pace.”
Il laboratorio di Udine è parte del Progetto “Please Stop the war!” promosso dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Friuli Venezia Giulia insieme al Coordinamento degli Enti Locali per la pace e i diritti umani e alla Tavola della pace nell’ambito del programma “Dalla Grande Guerra alla Grande Pace 2014-2018”.