Lorenzo Frigerio
Abbiamo chiesto ad Andrea Orlando, ministro della Giustizia, impegnato in queste settimane nella campagna per le primarie del Partito Democratico, di fare il punto dell’azione di Governo nel contrasto alle mafie e alla corruzione. Con il ministro Orlando abbiamo ragionato su alcune delle questioni ancora irrisolte nel nostro Paese, partendo proprio dall’attualità di questi ultimi giorni.
Il neo presidente dell’ANM Eugenio Albamonte ha criticato la scelta dell’esecutivo di porre la fiducia sul ddl di riforma del processo penale, definendola “particolarmente dannosa”, perché rischia di penalizzare il confronto in Parlamento e fuori. Cosa ritiene di rispondere a tale proposito? Il governo in carica, secondo lei, ha posto in essere tutte le condizioni per favorire il più ampio consenso sulle proposte di riforma?
Il disegno di legge è stato ampiamente discusso sia alla Camera, nel passaggio in Commissione e in Aula, che al Senato, il cui lavoro in sede referente è stato lungo, complesso e molto approfondito. La questione di fiducia non è stata posta per mortificare il dibattito, ma per la consapevolezza che le condizioni politiche della maggioranza non avrebbero favorito una discussione costruttiva, potenzialmente migliorativa, della riforma, che è assolutamente necessaria per un serio recupero di efficienza del sistema della giustizia penale. In questo caso invito tutti coloro i quali tengono alla riforma ad adottare un principio di realismo, senza la fiducia sarebbe stato difficile approvare in Senato il testo. Infine ricordo che il testo approvato, oltre al confronto parlamentare, viene da un dibattito ampio che ha coinvolto ANM, avvocatura, tutti i soggetti della giurisdizione, ed in larga parte frutto di una commissione che è stata presieduta dall’attuale Primo Presidente della Cassazione… Continua su liberainformazione