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Migranti. Nessuno vuole sedare i conflitti che generano i flussi

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Kodoc è una città che nessuno conosce. Eppure, da piccoli centri come questo in Sud Sudan, che inizia il problema dell’immigrazione in Europa. In queste ore, là si stanno verificando violenti scontri tra ribelli e truppe del governo. E dove c’è guerra civile, ci sono civili sfollati. Da Kodoc si segnalano già colonne di oltre 20 mila persone in fuga.  E’ questione di qualche mese e molte di queste persone le troveremo a Lampedusa. Con i Salvini a sbraitare sull’invasione, i 5 Stelle ad accusare le Ong di eccesso di legittima pretesa nel salvare i naufraghi, i mercanti dell’accoglienza appaltata pronti a sfregarsi le mani per nuovi business. Ma nessuno che faccia qualcosa di serio – con piani, fondi e azioni –  per sedare i conflitti che generano i flussi di migranti.

E’ questo il punto che in pochi capiamo: cercare una soluzione quando i profughi sono già in mare è troppo tardi. O c’è un impegno su scala sovranazionale per sedare le violenze sanguinarie che generano sfollati soprattutto in Africa (ma non solo), oppure ogni altra soluzione, ripartizione, reclusione non funzionerà.
Insomma, l’emigrazione è un problema da “caschi blu”, non da camicie verdi.

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