L’ossessione di Renzi

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Non so se Walter Veltroni voterà per Renzi piuttosto che per Orlando. Immagino di sì perché il primo è il prodotto conseguente dell’ impostazione e delle regole (andiamo da soli, partito dell’io, segretario premier, cooptazione dall’alto, liste bloccate,ecc) che proprio Waltman ha dato a suo tempo al Pd sull’onda della “vocazione maggioritaria” e al maggioritario. Impostazione che ha cancellato di fatto sia il pluralismo culturale che il ruolo politico dei circoli, così come ogni scambio creativo con il mondo sindacale e associativo che aveva fatto per decenni riferimento alla sinistra.

Per anni i bersaniani hanno lasciato correre, illudendosi sulla possibilità di dare un’alternativa al renzismo senza modificare statuto e regolamenti del Pd, mentre Renzi già provvedeva con una linea politica spregiudicata nei confronti del centrodestra alla trasfusione di sangue “leopoldino” e neo-doroteo nelle vene del partito.

Oggi Orlando si accorge con amarezza che “l’ossessione di Renzi per Il ritorno a Palazzo Chigi rischia di compromettere il rapporto con le altre forze di centrosinistra”. Ma è tardi, per lui come per Emiliano. Il Partito di Renzi non sembra più recuperabile per una politica di centro sinistra. Da tempo ha voltato lo sguardo dall’altra parte, verso una riedizione delle larghe intese con Berlusconi, Alfano e Verdini quando non fosse possibile riuscire ad avere un solo ovile con un solo pastore.

Si sta facendo tardi anche per gli scissionisti (Sinistra italiana, Possibile, Articolo uno-Mdp, Consenso, Campo progressista, ecc) che non sono riusciti ancora a mettersi d’accordo su un coordinamento organizzativo e un programma comune di governo con cui tentare di riconquistare – in competizione coi Cinque Stelle ma anche con un confronto aperto e positivo col loro elettorato – uno spazio significativo in Parlamento, negli enti locali e più in generale nel Paese.

Un programma che faccia riferimento ad orizzonti nuovi e diversi rispetto al passato ideologico,tale da agganciare gli antichi ideali di libertà,uguaglianza, giustizia sociale e solidarietà alle grandi trasformazioni in atto a livello globale ed europeo. Nel mondo del lavoro, nella difesa del territorio e dell’ambiente, per nuovi modelli di produzione e di consumo che tengano conto delle prospettive aperte dalle nuove tecnologie informatiche (Internet delle cose). Per trovare realmente uno sbocco al tunnel in cui ci siamo infilati servono flessibilità mentale, coraggio, determinazione e molta generosità.

*Nandocan


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