Dissento totalmente da Maria Teresa Meli, ma la mia religione laica contempla la sacralità del diritto di esprimere la propria opinione. Credo che nessuno possa dubitare che sia legittimo, anche se a mio giudizio sbagliato, ritenere che l’ordine dei giornalisti vada abolito. Diversa magari e’ la questione alla quale pure sono molto attento del no hate speech . E certamente “sciogliere nell’acido” non e’ una bella espressione.
Il punto, pero’ e’ anche un altro. Se io vado a giudizio per una querela temeraria non chiedo che siano aboliti i giudici, ma sollecito norme che aiutino i magistrati a sanzionare chi utilizza la denuncia come strumento di intimidazione. Analogamente se quell’espressione forte e’ un’iperbole non me la prendo preventivamente con chi forse cosi’ la valuterà, ma se ritengo infondata e malevole la denuncia, ammesso che lo sia, mi riservo azioni a tutela verso chi mi ha denunciato. Il Tempo, nei giorni scorsi ha pensato di chiamare in causa sulla vicenda anche Vittorio Feltri e li’ il discorso è divenuto più complesso. Nessuno pensi per favore di chiedere sanzioni anche per lui per quel che dice sull’ordine dei giornalisti. Il tema e’ piuttosto quello dell’insulto al buon senso. E poi c’e’ la buona educazione che , come il coraggio di Don Abbondio , non può esser data , a una certa età , a chi non ce l’ha.
L’illustre Direttore è uno di quelli che mostrano di pensare che le parole forti diano brillantezza alle argomentazioni. E allora dichiara per esempio, lamentandosi di essere stato processato per il titolo “la patata bollente” fatto da Libero, in relazione alle vicende del Campidoglio, che “i signori dell’Ordine sono anche ignoranti, nel senso latino del termine, perché ignorano che io , essendo il direttore editoriale di Libero, non sono responsabile dei titoli”. Bello scaricabarile. Temo che Feltri ignori , e gli risparmio epiteti mascherati da “senso latino” dei termini, tutta la giurisprudenza sui soci occulti o sulle società di fatto. Se (e dico se) di fatto ad avere l’ultima parola sul giornale è lui e non il direttore responsabile, la gerenza lo salva dalla legge sulla stampa e non da contestazioni su violazioni della deontologia,che lui vorrebbe non esistesse, perché già ci sono “il codice civile e quello penale da rispettare”.Ma il concetto di deontologia è universale non italiano e non riguarda solo la professione giornalistica, ma medici , avvocati e altri professionisti.
Sull’Ordine dei giornalisti, visto che Feltri è un fine analista politico, gli consiglierei di farsi una ragione del fatto che il Parlamento ha appena legiferato per riformarlo e così facendo, rappresentando il popolo sovrano, lo ha appena rilegittimato. Sul vizio di titolare sulla “patata”, non credo che le donne abbiamo bisogno dei miei suggerimenti, ma se tornassi a casa, ostentando una prima pagina del genere e mia moglie si trasformasse in Lysistrata, pur patendo il suo sciopero, lo riterrei fondato su solida motivazione. Anche senza ordine dei giornalisti ci sarebbe l’ordine della dignità umana.
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