Il 25 giugno 2011 il lungomare della Playa di Catania, intitolato a John Fitzgerald Kennedy, era intasato di auto. Le lunghe code che partivano dal porto e dalla zona industriale si estendavano per qualche chilometro. Per ore uomini incravattati e donne ingioiellate, nonostante il caldo estivo, erano rimasti chiusi nelle loro auto con l’aria condazionata sparata sui colletti e la mano al telefonino.
“C’è traffico, sono in ritardo, siamo tantissimi. Scusami, arrivo” avevano recitato centinaia di sms, quasi tutti uguali, indirizzati ai vertici del Movimento per l’Autonomia.
Al Palaghiaccio di Catania, beffardamente costruito in riva al mare, si teneva l’assemblea regionale convocata da Raffaele Lombardo. Buona parte della città si stava precipitando alla corte del Presidente.
Decine e decine di interventi dal palco. Assessori, consiglieri, presidenti di enti, di associazioni, rappresentanti di partiti, presidenti di altre regioni si erano alternati pur di avere un momento di visibilità al cospetto di Lombardo, per essere parte della costruzione del suo partito.
Ogni intervento era rivolto al Presidente e iniziava col ringraziamento al Presidente.
In centinaia e centinaia avevano… Continua su isiciliani