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Libertà di stampa. Rsf: “mai cosi’ minacciata”. Il 2 maggio tutti a Roma contro i bavagli

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Nell’era della post-verita’ e delle ‘fake news’, la liberta’ di stampa nel mondo non e’ mai stata cosi’ minacciata: lo dice Reporter senza Frontiere (RSF) che nel suo rapporto annuale punta l’indice sulla retorica contro media e giornalisti di ‘uomini forti’ come Donald Trump e Recep Tayyip Erdogan; ma denuncia anche movimenti anti-sistema come il britannico Ukip o il Movimento Cinque Stelle, in Italia, che “discreditano i media come arma preferita”.

Nel rapporto 2017 di RSF, l’Italia si colloca al 52esimo posto, miglioramento rispetto all’anno scorso, quando era 77esima e in coda all’Ue, che e’ comunque l’area dove c’e’ maggiore tutela dei giornalisti.      Secondo RSF, la liberta’ di stampa e’ retrocessa nel 2016 in tutto il mondo, e anche negli Stati democratici, dove dovrebbe essere uno dei pilastri della convivenza. E l’arrivo al potere di Trump negli Stati Uniti “ha precipitato la situazione: Trump ha scatenato una caccia alle streghe”. “Le diatribe ripetute di Donald Trump che qualificano il quarto potere (la stampa) e i suoi rappresentanti tra gli ‘esseri umani piu’ disonesti del mondo’ per diffondere ‘notizie false’ ha posto fine alla lunga tradizione statunitense di lotta a favore dell’informazione”. Nella classifica gli Usa sono al posto 43esimo (erano al 41esimo nel 2016), dentro al gruppo con una situazione “soddisfacente” dopo il Burkina Faso e davanti a Comore, Taiwan e Romania. L’atteggiamento di Trump e’ considerato da RSF molto pericoloso:  accusando la stampa di pubblicare notizie false, “Trump non solo compromette una lunga tradizione statunitense di lotta a favore della liberta’ di espressione”, ma contribuisce a “disinibire gli attacchi contro la stampa nel mondo”.

E cosi’, nell’era della post-verita’, “nulla sembra frenare la retrocessione nelle democrazie” della liberta’ di stampa e Paesi considerati da sempre come “virtuosi” fanno passi indietro: non solo gli Stati Uniti, ma anche il Regno Unito (40, -2). Secondo l’organizzazione, i gruppi e le persone anti-sistema, come lo stesso Trump, utilizzano il discredito verso la stampa come la loro ” arma preferita”. E non c’e’ solo Trump: il rapporto segnala che, durante la campagna elettorale per la Brexit, l’allora leader del movimento xenofobo Ukip, Nigel Farage, ha fatto dell’attacco ai media il pilastro fondamentale della sua campagna. E anche in Italia, il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, sostiene che preferisce parlare attraverso il suo blog piu’ che rispondere a domande “fastidiose” della “casta” giornalistica, ed e’ arrivato a chiedere “un giuria popolare per accertare la veridicità delle informazioni pubblicate dai giornalisti”.

Le analisi di Rsf tuttavia non convincono molti dei giornalisti sotto scorta. Per Michele Albanese, Paolo Borrometi, Sandro Ruotolo, Giovanni Tizian “Alessandro Di Battista, del Movimento 5 stelle, ha ragione quando dice che la questione della libertà di stampa in Italia è il conflitto d’interesse e la mancanza di editori puri ma sbaglia quando assolve Grillo con le sue liste di proscrizione. Non convince neanche il rapporto di Reporter senza Frontiere che nella classifica annuale sostiene che la situazione in Italia sia migliorata dopo l’assoluzione in Vaticano (che non è Italia) dei giornalisti Nuzzi e Fittipaldi. Le querele temerarie e le intimidazioni ai cronisti sono aumentate e non diminuite nel 2016. E sono di più i giornalisti sotto scorta rispetto a quelli citati dal rapporto”.

Anche per queste ragioni la mattina del 2 maggio a Roma Articolo21 sarà davanti alla Camera alla vigilia della della giornata mondiale per la libertà di stampa per dire il proprio no ai bavagli all’informazione. Sempre, comunque, dovunque!


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